lunedì 1 giugno 2009

La Caffeta

Nel 1910 circa la pubblicità della Caffeta ci invitava a regalarla ai nostri amici, i quali l'avrebbero sicuramente apprezzata.
Al cambio odierno l'accattivante oggetto veniva venduto a quasi 100 euro.
Al giorno d'oggi per una piccola serie sarebbe impensabile proporlo a meno di 300.

La Caffeta permetteva di preparare " Caffè delizioso e fragrante in tavola senza alcuna particolare bravura o problema"; "Essa fischierà quando il caffè sarà pronto".

Il sogno di ogni brava massaia.

Ma per per poter fischiare c'era bisogno di una buona tenuta, realizzata mediante un'accoppiamento coperchio-corpo leggermente conico ed ovviamente con tolleranze tali da rimanere ammutoliti.
L'incastro del coperchio era talmente perfetto da necessitare un leverismo laterale capace di sollevarlo.

Sul fondo era impresso il n° di brevetto (del 1909) , il n° di tazze (10 ?) ed un numero misterioso, troppo elevato per poter essere un progressivo di produzione.

La preparazione dell'infuso non presentava particolarità tecniche;
era un normale caffè bollito "alla turca", filtrato dalla rete posta in ingresso al rubinetto.

Anche il coperchio celava un filtro simile, per impedire al fischiotto di intasarsi di caffè macinato.

Il rubinetto, privo di guarnizioni (ovviamente) era estraibile ed intelligentemente assicurato al corpo mediante una catenella.

Il fornello a spirito era semplice da utilizzare e privo di parti mobili per regolare la fiamma.

Uno dei piedini presentava un 34 alquanto misterioso.

Il supporto era talmente art decò da poterlo paragonare ad un'opera di Carlo Bugatti , uno dei più fulgidi esempi di genio creativo"assoluto".

Lo confesso.
Non ho avuto il coraggio di testarla.
E nemmeno di pulirla a fondo.
E' perfetta così.

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