venerdì 30 ottobre 2009

Chiavi di ricerca (7)

Prendo spunto da un blog che non posso citare, (ma che rimane per me un punto di riferimento) per allietare i miei lettori con le frasi-parole chiave che le persone hanno utilizzato nei vari motori di ricerca per arrivare qui.
Alle migliori domande (o frasi sconfusionate) cercherò di dare le mie migliori (!) risposte.
Tanti mi hanno chiesto cosa fossero queste chiavi: questo è un esempio (cliccate qui sopra)
Il giorno 29 ottobre tutti quelli che sono approdati a questo blog, avevano digitato le parole elencate.


  • D: sostituire guarnizione moka
  • R: Non ci credevo, ma vista l'ennesima richiesta, dovrò fare un tutorial su questa complicata procedura.
  • D: residuo fisso per fare il caffè
  • R: Nell'800 si usava il caffè esausto con un sistema a doppio filtraggio , a valle del caffè "buono" credendo che il gusto migliorasse. Sarebbe da fare un tentativo...
  • D:blog di porno caffe
  • R: eh eh eh ! certi caffè , se fatti VERAMENTE bene.... sono da orgasmo !
  • D: come fare il caffe con la macchina pavoni
  • R: Non ci vuole uno studio approfondito... bisogna ricordarsi di sfiatare la lancia vapore prima di fare il caffè, e mi raccomando... non serve pressare troppo il macinato, 6-7 kg possono bastare.
  • D: migliore macchina caffè leva casa
  • R: Elektra Microcasa a Leva. .... mmm mmmm ! per me n° 1 !! (Egregi signori dell'Elektra , dovreste madarmi qualche gadget per tutta la pubblicità che vi faccio aggratis)

sabato 24 ottobre 2009

Presso infusiera Melior smaltata.

Come già ampiamente illustrato in un precedente post di marzo 2009,
il brevetto del 1936 del sig. Bruno Cassol fu il passo successivo della ditta Moneta
per il raggiungimento della perfezione nel metodo della presso infusione.
Settantatre lunghi anni sono passati da quel 1° settembre, eppure nessuna sostanziale miglioria è stata apportata a questo progetto .
Consiglio ai più curiosi di cercare uno di questi "attrezzi" in un qualsiasi negozio specializzato , e di verificare e toccare con mano la zona filtro.
Così era, così è e così sarà.
Chissà se Bruno lo avesse mai sperato...

Qui sopra possiamo ammirare un brevetto del 1894, giusto per chiarire che l'800 gettò veramente tutte le basi per gli sviluppi futuri delle macchine da caffè.

La qui presente Melior rientra tra i colpacci di settembre,
nuova, perfetta , piccolina, ma piena di personalità!

"ciao Lucio, te ga macchinette de caffè ?" - "oggi no"
"bon dei, te ciogo questa... cossa la costa? " la costa troppo per ti, lassa star..."
"troppo quanto?" " damme due euro per el caffè e viva l'A. e pò bon..."

Questo è l'esempio di quanto effettivamente successo tra me ed il venditore, in dialetto triestino.
Talune terminologie non sono traducibili se non con un ampissima spiegazione, quindi le lascio così come sono, anche per la gioia dei cugini friulani che da sempre si deliziano nel sentirci parlare.
Qui sotto un video esemplificante dei cordiali rapporti che ci legano...



Il filtro disassemblato mostra tutta la sua semplicità .

Per concludere credo di poter collocare temporalmente la macchina attorno agli anni '50, salvo ovviamente smentite o rettifiche , sempre molto ben gradite.


venerdì 23 ottobre 2009

10.000 contatti !!!


Ebbene si.
10.000 è una bella cifra per un piccolo blog.
Ringrazio tutti i lettori occasionali, e saluto tutti i nuovi amici
che nell'ultimo anno ho avuto la fortuna di conoscere.

mercoledì 21 ottobre 2009

Faema Baby: le istruzioni per l'uso


Complimenti a Francesco per aver salvato dall'oblio queste 2 significative paginette.
Per chi si volesse cimentare nell'uso di questo simpatico oggetto, senza il ricorso alla forza motrice.... la signora qui sopra propone un gesto inequivocabile: "ma va là!!" .

lunedì 19 ottobre 2009

Capri Express

Uno dei più simpatici acquisti "veneti" di settembre è stata questa caffettiera, veramente "alternativa".

La particolarità maggiore e più tecnicamente interessante è la conformazione del filtro, molto largo e di altezza ridotta.
Questo riduce il tempo di passaggio dell'acqua attraverso il caffè macinato, e di fatto viene evitato il "lavaggio" finale.

L'ho pagata più del dovuto, ma dopo una leggera pulizia ed un paio di caffè a perdere, la "caprese" ha sfornato un caffè superbo, ripagandosi da sola.

Da dove nasce l'idea di un progetto di questo tipo?

Credo di non sbagliarmi nel ritenere che la fonte di ispirazione fu... una scatola di pelati!

giovedì 15 ottobre 2009

La Bacchi espresso : pre - test


I test sulla macchina procedono a rilento a causa dell'influenza suina che mi ha costretto a letto per svariati giorni.
Sono eccitato per i risultati strabilianti che sto ottenendo, e per questo motivo vorrei fare una presentazione degna.
Ma dovrò tenere a freno il mio entusiasmo: già un mio post su un
forum
americano
non ha destato un grande interesse.
E di questo me ne rammarico.

Le foto parlano da sole, ma attenzione: questi sono i miei risultati personali, frutto di anni di esperienza con altre macchine.
Il neofita che vorrà farsi tentare sappia che non ha di fronte un sistema a capsule o cialde automatico: qui l'uomo è parte integrante del processo.
E come per una macchina da corsa, per farla andare al massimo ci vogliono molte pazienti prove...
ma quando inizia ad andare forte... non ce n'è per nessuno!


lunedì 12 ottobre 2009

Bocca Gebrüder Bing Nürnberg Bavaria (parte 2)

Avere tra le mani un piccolo pezzo di storia non si può descrivere se non agli amici collezionisti.
E questa macchina di emozioni ne regala parecchie.

Ma che design! Ma che pragmatismo teutonico!


La Bing fu una importantissima società tedesca che a cavallo tra l’800 ed il ‘900 si sviluppò enormemente, diversificando la produzione, (principalmente però giocattoli di latta) acquisendo svariate piccole società. Prima del crollo economico nel 1924 (che favorì più avanti l’ascesa di Adolf Hitler) impiegava la bellezza di 16.000 dipendenti.

La Bocca (Bing’s Original Conoisseurs Coffee Apparatus) non nasconde l’epoca alla quale appartiene, ciò che veramente stupisce è l’incredibile ed assoluta qualità dei materiali.

La base è stilisticamente di un periodo post bellico, ben diversa da quella riprodotta nelle istruzioni, ed anche visibile sul Bramah (per i curiosi..), databile secondo me attorno al 1910.
La qui presente potrebbe essere collocata tra il 1919 ed il 1924.

Il manico a boomerang, unico esempio in un periodo nel quale tutti copiavano tutto, mi fà ritenere che forse non ne vennero prodotte molte.
Il pomolino in legno, elegante modo per sollevare la pattella senza incorrere in spiacevoli scottature, è un’eredità del secolo precedente, utilizzato nelle prime fontane a vapore.


Ed ecco il filtro, talmente perfetto da poter ingannare anche un’esperto.
Nello stesso periodo in Italia venivano prodotti dei filtri che sarebbe imbarazzante accostare a questo fulgido esempio di quanto più avanti era l’industria tedesca rispetto a noi.
15 anni dopo, se ne sarebbe accorto tutto il mondo...

La bellezza, qui, si sposa con la genialità, ed anche in questo caso non mi risulta che esistano dei cloni di questo particolarissimo sistema filtrante: il tubo di sinistra portava l’acqua al piattino superiore, fuoriuscendo da 4 fori posti all’estremità del tratto orizzontale; il tubo di destra era cieco ma anch’esso provvisto di fori sul tratto verticale, ma interno al filtro.
In questo modo la percolazione a ricircolo avveniva sia dall’alto che dal fianco, in un cesto che richiama terribilmente quello di una lavatrice , in inox (ma in realtà è ottone cromato).


In queste foto possiamo ammirare... la perfezione.

Chissà se il caffè ottenuto era buono.
A questa domanda non potrò dare risposta se non trovandone un’altra, usata .
Questa è, e dovrà rimanere nuova.


La basilica di S.Bocca chiude degnamente questo post e mi fa istintivamente alzare gli occhi al cielo, per ringraziare il fato che ci ha voluto unire per sempre.

sabato 10 ottobre 2009

Bocca Gebrüder Bing Nürnberg Bavaria (parte 1)

Mai fidarsi delle presentazioni dei venditori di ebay.. infatti io non mi sono fidato, ma gli altri compratori si, e si sono lasciati scappare questa meravigliosa macchina che piuttosto che a casa mia si sarebbe meritata un posto in un museo.

This unique item was manufactured, we believe, in the early 1950's.
sbagliato! stante il marchio, la macchina è stata prodotta non oltre il 1924.

The engineering suggests German manufacture.
bravo! forse perchè c'era scritto Bavaria sulle istruzioni ?

It has a bone handle and a stainless steel inner perculator.
grazie! questo ha dato il colpo di grazia alle offerte. l'acciaio inox è una conquista relativamente recente, ed il manico è in legno dipinto

It comes complete with its original instructions and is in an unused condition.
questa è la parte migliore.. per me! infatti la macchina è nuova, in mint condition, con le istruzioni allegate .

Un ringraziamento speciale a Francesco per l'opera di intelligence ed intermediazione svolta in mia vece durante le mie vacanze estive.
Un super ringraziamento alla signora Ursula, che mi ha fornito preziose ed interessanti notizie sul produttore, alle quali non sarei mai riuscito a risalire.

Piccolo tutorial su come ricostruire un manico di bakelite

Poco tempo fa, un'amico mi chiama e mi chiede se può prendermi una caffettiera molto bella ma purtroppo priva di una parte del manico, bruciato o rotto.
Prendila, che problema c'è?

La bakelite è una resina fenolica molto in voga nei primi anni del '900 per le sue ottime proprietà di isolante termico, di resistenza agli agenti chimici e per le caratteristiche di isolante elettrico.
Stampabile anche in forme complesse, ha però un tallone d'Achille: è terribilmente fragile.
Quanti di noi hanno in casa splendide padelle o tegami in acciaio inox, eterni quindi, con i manici mancanti o sberciati... di bakelite.

I negozi di bricolage in questo caso ci possono aiutare con un prodotto nato per tutt'altri scopi (orecchini, pupazzetti..).
Il Cernit è una pasta modellabile termoindurente, ottima quindi per ricostruire piccoli pezzi mancanti.

All'inizio è molto rigida e va portata lentamente in temperatura massaggiandola e comprimendola fino ad ottenere la plasticità desiderata.
Poi con infinita pazienza modellata ed aggiunta un per volta sempre evitando che si raffreddi troppo.

Aiutandosi con degli oggetti piani o curvi (nel mio caso un coltello ed un mestolo di legno ) la pasta compattata il più possibile per evitare fessurazioni in fase di cottura.


Ed eccoci quindi pronti alla cottura: 20 minuti in forno ventilato a 100° C , seguito da un lento raffreddamento di circa 2 ore, ed il manico è quasi pronto.

L'ultima fase, la lucidatura, non l'ho documentata perchè eseguita in un momento di raptus creativo (ebbene si, ho un oscuro passato di artista maledetto!) .
Posso solo accennare al fatto che ho usato carta vetrata, paglietta di acciaio, olio d'oliva e di gomito.

Il risultato è soddisfacente, si poteva far di meglio, ma poi chi ci crede che l'ho ricostruito?
A breve seguirà un post dedicato a questa splendida signora anziana.

Ringrazio pubblicamente Giorgio per questa fantastica caffettiera, e per avermi sfidato a rimetterla a posto.... Hai visto che roba?
E ci ho anche fatto il caffè !

venerdì 9 ottobre 2009

La Columbia

Fulgido esempio della produzione anni '50, la Columbia è tuttora uno dei rari esempi di accoppiamento rovesciato.

Caratteristici sono gli svasi simili ad una gonna a plissè, che probabilmente nell'intendimento dei produttori avrebbe dovuto attrarre istintivamente la casalinga media all'acquisto.

Ed ecco svelato qui sotto il misterioso accoppiamento: la filettatura maschio è sulla parte superiore e la guarnizione era ospitata in quella inferiore.

Tale configurazione necessitava quindi di uno screen mobile, mantenuto poi solidale al filtro dai 3 perni visibili nel corpo superiore.

Tra qualche settimana vedrò di testarla, anche se la sostituzione della guarnizione presenterà grosse difficoltà per adattarne una consona.
Nel frattempo farà bella mostra di sè accanto alle sue nuove amiche.

La Ballarini Jolly Express da 3 tazze

Domenica scorsa in un microscopico mercatino dell'usato ho intravisto questa piccola
caffettiera e per dire la verità di primo acchito l'ho catalogata come una delle solite macchine in inox che
sinceramente non apprezzo molto.
Ed invece, una volta presa in mano... sorpresa!

Una Ballarini usatissima, e per giunta venduta da una simpatica coppia con i quali ho già avuto occasione di "fare affari" tempo fa.

Una volta aperta ecco la sorpresa: il famoso sistema del filtro a capacità variabile ben diverso dalla sorella maggiore, la Multipla.

Un ingegnoso sistema a vite permette di calibrare la quantità di caffè desiderata, mentre le tacche poste all'interno della parte superiore della caffettiera danno un corretto dosaggio dell'acqua.

Il design risulta bilanciato e razionale, improntato sulla facilità di assemblaggio, soprattutto nel manico; quello che sorprende è il tipo di alluminio impiegato, di qualità veramente superiore alla media.

lunedì 5 ottobre 2009

Andrea Bacchi : il Leonardo da Vinci del caffè espresso

Talvolta, anzi sempre più spesso, mi capita di passeggiare a Trieste con lo sguardo ben alto, cercando di vedere i palazzi con gli occhi del turista.
La città si trasforma!
Ciò che era ovvio e scontato non lo è più, ogni più piccola sfumatura e particolare assume nuovi significati.

E questo concetto Andrea Bacchi lo applica con buon profitto al suo lavoro.
Osservare con gli occhi di un bambino, senza farsi troppo influenzare da quanto è stato fatto precedentemente: questo è il segreto degli inventori. Quelli veri.

Poco più di 40 anni , una quasi laurea in ingegneria ( ma un diploma alla scuola Ferrari di Maranello...) , Andrea gestisce uno studio tecnico di progettazione meccanica e consulenza dal nome BACCHI ENGINEERING da più di 17 anni
( www.bacchidesign.it ) .

Ed ovviamente è l'inventore e proprietario del brevetto della Bacchi Espresso, frutto di un'anno di prove continue, insuccessi, modifiche ed in ultimo... la perfezione.
In queste foto, da lui gentilmente concesse, possiamo ammirare i prototipi e gli sviluppi della macchina, della quale parlerò a breve in dettaglio, avendola comperata da poco.

Qui sopra invece si può vedere una sorta di alambicco: chissà se a breve potremo degustare una grappa al caffè preparata al momento!


Si , Andrea, ci siete riusciti, e seppur in imbarazzo per le mie
amatissime macchine a leva, devo ammetterlo, ci siete riusciti "maledettamente bene".

La caffettiera più rara ?

rarità s. f. [dal lat. rarĭtas -atis, der. di rarus «raro»]. Oggetto (soprattutto d’arte o da collezione) raro, difficile a trovarsi in quan...