
Il primissimo modello venne costruito su licenza Robbiati, una Atomic prima serie ma di dimensioni ridotte, diciamo da 1 tazza e 1/2.
Dopo questo modello ne seguirono altri 14 , sviluppati autonomamente, tutti in alluminio e bakelite nera, con un design inconfondibile.
La produzione della Stella Espresso (Stern in tedesco vuol dire stella) terminò nel 1974.
In Austria lo Stern divenne famoso ed in seguito perfino decorato, per la sua attività di.... bibliografo.

Si trattava in pratica di una doppia Atomic elettrica.
La grande leva centrale rotante serviva a direzionare il flusso dell'acqua al filtro desiderato.

- La macchina era completa di tutti gli accessori, perfino 2 filtri ed 1 manometro di ricambio.
- Durante la sua travagliata vita era stata sottoposta ad una serie di manutenzioni "distruttive" che mi hanno obbligato in seguito a risolvere un bel pò di problemi in modo creativo.

Notate come il becco rimanga all'interno della verticale della base.
Guardate con attenzione la sinuosità del manico, fissato solamente sulla parte superiore.
Semplicemente meraviglioso.

Sul lato sinistro ci sono 2 feritoie per la circolazione dell'aria; la macchina infatti era priva di termostato e di pressostato. Il fatto che mi sia arrivata con la resistenza funzionante, ed anche vista la pochissima usura di parti quali le alette di bloccaggio dei portafiltri mi fanno credere che sia stata usata veramente pochissimo.


- Il manometro, in origine starato di 1,5 bar aveva l'orifizio d'ingresso completamente otturato dal calcare. Parecchi lavaggi con il Viakal hanno rimosso il calcare, mentre per ritarare il manometro è bastato disassemblare il coperchio e riposizionare l'ago.
- Il dado di bloccaggio della leva era stato sottoposto a svariati smontaggi e rimontaggi, sicuramente con attrezzi inappropriati. Questo nel tentativo di arrestare un leggero trafilamento di acqua verso l'esterno. In questo caso è stato semplice trovare una soluzione: ho inserito in battuta un o-ring sottile ed ho dato due giri di nastro al teflon sulla filettatura del dado.
- La valvola "misteriosa" di sicurezza era stata anch'essa smontata con un cacciavite più sottile del previsto, ed aveva ammaccato l'intaglio. Con un martelletto da orologiaio ho ribattuto le ammaccature e poi ho rifinito il tutto con una lima ad ago piatta. All'interno c'era una sede, una molla ed un pallino di ferro a mò di otturatore, molto simile al sistema adottato sulla valvola di sicurezza della Pavoni... ma... nessun sfiato verso l'esterno. Spero che il mio amico Jack dall'Australia potrà illuminarmi su questo (abbiamo la stessa macchina).

Nella foto lo si vede girato sottosopra per evidenziare i difetti di fusione dei fori.
Scabroso ed imperfetto, in realtà sull'altro lato era lucidato a specchio.
Pragmatismo teutonico!
(segue)

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