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sabato 19 gennaio 2013

Ricostruire un manico in legno

 Spesso i manici in legno si bruciano o si spezzano, quindi sarà d'uopo per il collezionista insoddisfatto, l'apprendimento della semplice arte del restauro creativo.

La scelta del legno "giusto" è indispensabile in quanto un legno inadatto quale il Pino o l'Abete rischia di vanificare ore di lavoro certosino.
Trovate un legno compatto, di solito il Faggio è il più usato; in questo caso ho però trovato in cantina un qualcosa di più esotico...

Ritagliate la forma approssimativa con il seghetto alternativo e poi con un coltellino iniziate a "togliere l'eccesso". 
 Se il coltellino non riesce a scalfire il legno troppo duro, un trapano ad alta velocità arriverà in vostro soccorso: usate la carta vetrata a cilindro, senza esagerare con  i giri del trapano per evitare di bruciare superficialmente le zone interessate.
 Senza fretta seguite le forme dell'originale, abbandonandovi pure a qualche vostro estro artistico.
Controllate sempre tutti i lati del manico per mantenerlo sinuoso e "congruo".
Una bella passata con la paglietta di ferro...

Fatto (o quasi).

domenica 5 febbraio 2012

Napoletanaquilas


Bella!
Bellissima!
Dopo due giorni di lavoro, sono orgoglioso di presentarvi la Napoletana Aquilas, prodotta a Ferrara dai fratelli Santini.
La solita napoletana?
L'ennesima macchinetta?
Direi piuttosto una versione extra lusso dei primi del '900.
Come di consueto il coperchio andava a coprire la parte inferiore trasformando la caffettiera in una cuccuma.
Le foto sono ben fatte, ma l'emozione di vederla dal vivo è fortissima!
Piccoli particolari denotano una cura veramente certosina.
Le quattro tazze risultano ben evidenti dal numero impresso.
Il becco d'uscita... delizioso!
Si... anche questa macchina prenderà la via di Bologna.
Sigh...
E' stato bello, ma è durato troppo poco!

Restauri! Restauri! Restauri!


Spesso le napoletane antiche erano dotate di un manico in legno.
Molto spesso però il manico non c'è.
Scomparso.
Beh, basta ricostruirlo no?
Ma quando avrete un innesto di questo tipo le cose saranno un pò più complicate...
Allargatelo e sollevate il lembo esterno (delicatamente)
Poi, al tornio che sicuramente avrete in cantina andrete a lavorare il nuovo manico.
In questo caso ho sfruttato la gamba di un comodino abbandonato nei pressi di un cassonetto della Caritas...
Terminata la tornitura avrete la zona dell'innesto più larga, a misura per essere inserita nell'alloggiamento, seguita da una gola più stretta.
Il bordo metallico dovrà quindi essere spinto delicatamente nella gola che avrete creato.
Il passo successivo consisterà nel dare al manico una parvenza di antico: tinture all'anilina, gommalacca, olio di lino, cera d'api... ogni restauratore ha la sua ricetta ed i suoi trucchi segreti.

Una volta asciutto e lucidato, il manico sarà pronto, quindi potrete iniziare a ripulire il metallo, come già ampiamente spiegato nei precedenti post.
Curiosi di vedere il risultato finale?


Il collezionismo malato

Negli ultimi mesi mi è successo per ben tre volte: mi aggiudico un asta, oppure trovo su un sito di vendita un vero affare e attivo la proce...