Visualizzazione post con etichetta lever espresso. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta lever espresso. Mostra tutti i post

mercoledì 17 luglio 2013

I.M.A.S. (2)


Mina nel 1966 cantava "sono come tu mi vuoi"...


Continuiamo con delle belle immagini tratte dall'archivio del sig. Bruno.
Per la prima parte cliccate sul link:
http://caffettiere.blogspot.it/2013/07/imas-1.html
Due belle e robuste presse..
Qui sotto la famosa bici descritta nel filmato.
Uno dei due ragazzi è Fabio Serafin, il figlio del sig. Bruno, che lavorò a lungo nella IMAS, contribuendo al successo dell'azienda.
Un tandem massiccio, senza troppi fronzoli, con doppia catena.
E finalmente ecco la regina del mese:
la celeberrima IMAS Espresso.

Ok, forse ho esagerato nella presentazione,
anzi ho detto una gran bugia..
Di fatto nessuno nell'ambiente collezionistico la conosceva fino ad oggi.
150 - 200 macchine prodotte, sono davvero una quantità  esigua.
Chissà quante si sono salvate dalla discarica, fine indegna per ogni opera dell'ingegno umano?
85000 lire erano davvero una cifra importante nel 1966.
Quasi uno stipendio mensile.
Nella foto dell'epoca possiamo notare i due elementi che la distinguevano dalla Peppina della Fe-Ar di Milano dalla quale traeva ispirazione:
il pressacaffè ed il rubinetto di scarico.
Entrambi logici, entrambi geniali, entrambi unici.
Rimangono ancora dei pezzi semilavorati nell'officina, a testimonianza di un'apparizione così effimera.

Le considerazioni estetiche qui non possono trovare spazio.
Ovviamente a me piace da impazzire..
Rimangono solo emozioni.
Ricordi.
E gratitudine per aver avuto l'onore di conoscere personalmente un personaggio speciale come il sig. Bruno Serafin.
Ebbene si, grazie ad un amico di Ferrara (il "mitico" L.)
ho avuto la gioia e la fortuna di preservare dall'oblìo una di queste macchine da caffè.
Ed ho chiesto gentilmente un autografo...


(continua)

sabato 28 aprile 2012

BiCaf


"Volli, sempre volli, fortissimamente volli."
La celeberrima frase dell'Alfieri ben si sposa con codesta macchina espresso.
La vidi anni fa... e la volli.


Questo tentativo economico per ottenere una crema caffè a casa senza l'ausilio dell'elettricità, fu probabilmente prodotto in pochi esemplari.
Ad oggi, tra le collezioni che conosco, se ne contano... meno di tre e più di una.
Probabilmente la verniciatura originale, suo vero tallone d'achille, la rendeva inguardabile dopo pochi anni, al punto da gettarla via.
Se ne avete una anche voi, sappiate che si può restaurare (senza fretta però).
Con queste esili antenne, ed il design quasi rigoroso, la BiCaf si differenzia nettamente dalla Faema Baby (click sul link) pur copiandone il concetto di funzionamento.
Chiaramente risalta il colore sgargiante: non è originale, ma ho cercato di avvicinarmici il più possibile.
La particolarità di questa macchina consiste anche nella verniciatura delle zone concave.
Ovviamente la verniciatura è stata particolarmente complessa; un lavoro certosino di copertura delle parti lucide con nastro per carrozziere.
Vi confesso un segreto: non sono mai stato capace di verniciare a spray; anche in questo caso la volontà ha prevalso sulle convinzioni personali!
Il pistone è molto simile a quello della Faemina... Probabilmente è lo stesso.
Il marchio ci suggerisce che la macchina doveva essere utilizzata da due gnomi messicani (è uno scherzo..) e ci fa comprendere il significato del nome: Bi - Caf , cioè "doppio caffè".
Qui sotto potete vedere la BiCaf pre restauro.
La sverniciatura è stato un lavoro lento e faticoso.
Stressante.
il Gaviscon lo testimonia...
Lente e pennellino per riempire di vernice le parti scrostate: calma e sangue freddo!
Concludo con un ringraziamento a Maurizio, che per anni l'ha custodita con cura e amore. 
Cosa che farò sicuramente anch'io.


domenica 26 febbraio 2012

Espressina


Nel variopinto panorama della macchine da caffè espresso a leva,
trova certamente un posto in primo piano la Espressina.
La macchina qui riprodotta è una delle punte di diamante della collezione Balzarotti,
quantomeno per la produzione post 1960.
 Molto interessante è il sistema di leverismi a doppia leva, che fa assomigliarne il movimento ad una danza sinuosa ed elegante.
 Anche in questo caso mi trovo in imbarazzo nella datazione dell'oggetto, ma il filtro a tre agganci, e taluni particolari costruttivi me lo farebbe collocare tra il 1960 ed il 1975.
Come sempre sono a disposizione per rettifiche e precisazioni...
 Non manca nulla: la generosa valvola di sicurezza, e la lancia montalatte.
 Qui sotto possiamo vedere il tubo di pescaggio dell'acqua, la quale, sospinta fino al filtro dalla pressione del vapore, veniva compressa, attraverso il macinato, da un pistone, grazie all'azione delle leve.
 Ne avete una in soffitta e vorreste farmi felice?
Mi rendo disponibile a prenderla in affido!






Il collezionismo malato

Negli ultimi mesi mi è successo per ben tre volte: mi aggiudico un asta, oppure trovo su un sito di vendita un vero affare e attivo la proce...