domenica 11 gennaio 2009

La Caffettiera dell'officina (L'Autarchica)


Immaginiamoci negli anni '30
una buia officina in provincia di Vercelli.
Acri odori di grasso, fumo denso, il tintinnio ritmato
di un martello sull'incudine...

"Ci vorrebbe una pausa, ogni tanto, ma per fortuna il nostro
padrone l'ha capita, anche lui sgobba con noi, e sa bene che
si rende di più dopo aver bevuto un buon caffè."

Ma come fare? Una vera macchina da "signori" costa troppo
per quei poveri proletari sottopagati e sfruttati all'osso.

"Toniii, porta qua quei pezzi di scarto e metti in funzione il tornio!"
Questa sarebbe potuta essere la genesi romanzata di un
prodotto del genio umano: la Caffettiera dell'officina autarchica.

Dopo il 1935 il regime fascista si vide costretto a decretare
l'Autarchia, ovverosia un sistema economico chiuso nel quale non erano
presenti relazioni commerciali con l'estero.
Vennero sfruttati al massimo i prodotti interni, con un riciclo spinto
delle materie prime.
Ecco qui, a mio avviso, un fulgido esempio .


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