martedì 25 dicembre 2012

3800 lire ben spese

 Quarant'anni fa sicuramente era un'affare, ma oggi, come puoi chiedermi 20 euro per una macchina in queste condizioni?
(vi prego di notare lo strano oggetto in legno posto in secondo piano... no comment!)
Facciamo 15?
Ma neanche 5!
Anni fa l'avrei presa, ma ora... no.

Per collegare una caffettiera elettrica tedesca...


...potrebbe servirvi un riduttore.
E volendo ci condite pure la pahsta...

sabato 22 dicembre 2012

Il Coinquilino di M.....



Oggi questa immagine mi ha "illuminato la giornata".

Consiglio la lettura del relativo blog:
ricco di simpatici episodi di vita in comune.

martedì 18 dicembre 2012

Foto storiche IRMEL


Ringrazio Guido per la pazienza e
ringrazio la Irmel, produttrice per 50 anni di piccoli e grandi gioielli.
fate partire il video e guardate le foto:
ogni mio commento è certamente superfluo.

















Le tazzine di Mauri...2013

Segnalo agli appassionati di caffè e tazzine, il nuovo calendario di Maurizio
scaricatelo e godetene tutto l'anno!

domenica 16 dicembre 2012

Kin-Hee coffee pot



 La Heekin & Co.

Il fondatore James Heekin nacque l'8 dicembre 1843,  figlio maggiore di immigrati irlandesi emigrati negli Stati Uniti durante la metà del XIX secolo a causa di una carestia di patate. Durante il 1850, la famiglia si trasferì a Cincinnati, dove il padre di James iniziò a vendere lenzuola irlandesi lungo il fiume Ohio. Quando il patriarca morì in uno di questi lunghi viaggi di lavoro, James si ritrovò a 14 anni a dover sostenere la sua famiglia.  
Anche se fu "scoraggiato e avvilito per la prospettiva" (come scrisse nel suo diario, il giorno del suo 15 ° compleanno), il giovane fece tutto il possibile per guadagnare i soldi per sostenere la madre vedova e i sette fratelli. 
 James lavorò in una panetteria, poi come bottaio, ed alla fine andò a vendere i vestiti e la biancheria come suo padre.

Durante la guerra civile era pratica comune per gli
uomini più ricchi coscritti, quella di assumere giovani non chiamati alle armi per farsi sostituire. Nel 1863 James Heekin accettò 300$  per arruolarsi nell'esercito dell'Unione al posto di un altro uomo. Fu l'unico "lavoro" che riuscì a trovare in quel momento. Alla fine della guerra nel 1865, Heekin trovò lavoro come venditore di caffè, tè e spezie.Dopo aver acquisito cinque anni di esperienza nel settore, Heekin si mise in affari con con Barney Corbett per acquisire una società di intermediazione del caffè in stato fallimentare, di proprietà del sig. Charles Lewis.  
Heekin e Corbett si fecero concedere in prestito l'intero prezzo di acquisto. Heekin poi comprò la quota del suo partner e pagò tutte le passività della società. Senza limiti di debito e una posizione strategica nella città che era conosciuta come la porta d'ingresso verso l'Occidente, la James Heekin and Company presto crebbe fino a diventare uno dei più grandi rivenditori di caffè degli Stati Uniti.Al volgere del secolo Heekin creò la Società Heekin Spice per vendere tè, spezie, lievito in polvere, ed estratti. Comprò una società dell'Ohio meridionale per l'imballaggio delle lattine, quando un fornitore alzò le tariffe nel 1900
 
Alla morte del fondatore nel 1904, il figlio di James J. Heekin  prese il timone del business, facendo prosperare l'azienda, tuttora esistente.

(per la fonte in inglese cliccate qui



Anni fa mi incuriosì questa immagine, tratta dal libro "All about coffee" di  William Ukers del 1922.
 Si faceva riferimento alla caffettiera Kin-Hee (sicuramente cinese o giapponese, pensai all'epoca).
 Ed eccola qui sopra riproposta con il n° 15...

Ma questo nome strano continuava a frullarmi per la mente.
Fino a quando, poche settimane fa, ecco apparire una di queste macchine in un sito d'aste estero!
Trattativa complicatissima, ma ne parlerò in separato post..
 Ricordavo di aver trovato delle pubblicità d'epoca, e dopo una lunga ricerca nei miei sterminati archivi, ecco apparire due splendide immagini della fine dell'800 (1899 per essere precisi..).
E quindi ..svelato l'arcano mistero!
Kin-Hee .... Heekin.
Un bel gioco di parole per rendere più accattivante ed esotico un marchio altresì ..anonimo.

Il funzionamento è a ribaltamento, quasi come una "nostra" caffettiera napoletana.
 "è impossibile avere un caffè cattivo se usate il Kin-Hee Mocha e Java!"
 Per circa 30 euro attuali potevate portarvi a casa questa semplicissima caffettiera in versione nichelata, mentre con 25 euro potevate acquistare circa 1 kg e 200 grammi di caffè.
La pubblicità qui sopra ci spiega che il caffè macinato sottile (o polverizzato) permette un risparmio di circa un terzo rispetto alla macinatura più grossa.

Il sistema di filtraggio è quanto di più semplice si possa immaginate: un pezzetto di stoffa.

Il brevetto del sig. Lewis lo si può ammirare anche nel libro di Edward Bramah "Coffee Makers: 300 Years of Art and Design" benchè la collocazione al suo interno sia quasi priva di senso logico.
(forse sognava anche lui una rarissima Kin-Hee?)

domenica 9 dicembre 2012

L'inizio della Vita




Creatività


Per la modica somma di 800 euro più spese di spedizione potrete aggiudicarvi questa ... questa...
questa cosa.
La potete trovare in vendita da oggi e per i prossimi 20 anni su un noto sito di e-commerce argentino.
Non fatevi sfuggire questa occasione irripetibile (e vorrei ben vedere!).

giovedì 6 dicembre 2012

Neofiltre Aeropercolateur




Mi sei scoppiata
dentro al cuore all'improvviso
all'improvviso non so perché
non lo so perché all'improvviso
all'improvviso
sarà perché ti ho guardato
come nessuno ti ha guardato mai
mi sento vivo
all'improvviso per te
Da alcuni anni questa immagine pubblicitaria mi ossessionava.
Mi svegliavo la notte mandido di sudore urlando 
"Aeropercolateur!!!".

Ricerche costanti nei consueti siti di vendita francesi non sortivano alcun risultato, mesi dopo mesi,
anzi, peggioravano il mio sconforto.
Doveva pur esistere! Un conto è trovare un brevetto, ma la pubblicità "per uso domestico" ne attestava la sua inequivocabile esistenza.
E poi... all'improvviso ecco l'annuncio.
Mancava il manico superiore, qualche parte era dissaldata, ma poteva un'ostacolo così insulso arrestare la mia bramosia?
Ovviamente no.

Quanti l'avranno notata?
Quanti avranno pensato "ecco la solita Salam?". 
Un unico offerente.
Per mia fortuna. 


Questo a conferma del fatto che lo studio documentale deve essere assoluta parte integrante del buon collezionista: 
non è sufficiente scandagliare il web alla ricerca dell'affarone, se poi non si sà cosa cercare.
Ripensando al passato.. con il senno di poi.. quante meraviglie mi sono lasciato scappare a causa della mia  ignoranza.

Ed oggi.. più imparo e meno ne sò...
 
Libri, pubblicazioni, foto d'epoca, libretti d'istruzioni, pubblicità, cataloghi di casalinghi, brevetti... tutto concorre a formare la Cultura del collezionista di Caffettiere.
 Una bella lucidatura l'ha riportata agli antichi fasti.
Il manico superiore l'ho ritagliato da uno scarto di legno trovato in cantina.
Le alette di fissaggio del manico arrivano da una vecchia latta d'olio.
  
S'intravede, seminascosto dalla cromatura, il nome dell'azienda produttrice, la Vite et Bon.
Qui sotto vediamo l'archetto semisferico per il serraggio del tappo.
La corona perfettamente zigrinata è in ottone cromato.
Particolare della pompetta: s'intravede al di sotto della protezione in acciaio armonico il tubicino di collegamento in plastica trasparente (oggi denominato Rilsan).
La pompa non è anodizzata, bensì verniciata (credo a forno).
La pompa è una Femina (si, senza accenti, ed evito ogni ovvio commento poco elegante), e venne brevettata in tutto il mondo.
Il cilindro zigrinato nasconde al suo interno una piccola valvola di non ritorno.
La guarnizione interna a labbro si era legermente contratta in tutti questi anni, annullando l'effetto pompante.
Due modifiche facili facili, ( ma protette dal Lvx copyright) ne hanno ripristinato l'uso.
Di fatto la potremmo definire come la "nonna" della Aeropress :
l'acqua veniva fatta bollire a parte, e veniva versata all'interno del cilindro superiore, dopo aver inserito la giusta quantità di caffè.
Un geniale sistema a vite pressava il caffè per compattarlo e creare una superficie uniforme e poco permeabile al passaggio troppo rapido dell'acqua.
Il foro di uscita singolo e molto stretto, rallentava la percolazione a pressione atmosferica, ma, serrando il coperchio e pompando con un buon ritmo, si creava nella zona sovrastante il pelo d'acqua una pressione che a mia stima poteva raggiungere i 3-4 bar ( ma molto dipendeva dalla potenza del vostro pollice ).
Tale "peso aggiuntivo" velocizzava il flusso dell'acqua, evitando l'estrazione di molte sostanze amare e poco gradevoli al palato delle mademoiselle francesi degli anni '50.
Ritengo che il terzo filtro sia stata un'aggiunta posticcia, per impedire che qualche granello di caffè macinato arrivasse poi in tazza.
Questa macchina è un sogno.
Un desiderio avverato.
Una delle mie "nuove favorite".
La mia Neofiltre !

mercoledì 28 novembre 2012

Hymne à la beauté

Amo la Bellezza.
Amo la Perfezione.
Amo questa Macchina. 


Ho atteso mesi e mesi prima di riuscire a preparare un caffè.
Ma la soddisfazione...
Incomparabile.
Incommensurabile.
Innarrestabile.

Que tu viennes du ciel ou de l’enfer, qu’importe,
Ô Beauté ! monstre énorme, effrayant, ingénu!
Si ton oeil, ton souris, ton pied, m’ouvrent la porte
D’un Infini que j’aime et n’ai jamais connu?

De Satan ou de Dieu, qu’importe? Ange ou Sirène,
Qu’importe, si tu rends, – fée aux yeux de velours,
Rythme, parfum, lueur, ô mon unique reine! -
L’univers moins hideux et les instants moins lourds?

La "Atomica" a leva

Quanto tempo ho atteso prima di condividere questa perla rara..
E' il problema che mi assilla ogni qual volta devo scrivere di oggetti talmente speciali: vado in confusione, mi ritrovo in imbarazzo.
Potrei inziare dichiarando il mio amore assoluto per questa macchina.
Grande.
Pesante.
Meravigliosa.
Unica.
Un pistone mosso da un ingranaggio a cremagliera.
Un tappo di caricamento acqua immenso, dotato di valvola di sicurezza Bialetti style.
Una leva conformata a forchetta.
Una struttura simile all'Atomic Robbiati o Stella.
Una base larga come una padella.
Filtro e portafiltro non sono originali, ma ho voluto mantenere uno stile "atomico".
La fusione del filtro in fonderia mi è costata un paio di bottiglie di buon vino.
Terminiamo con la veduta della doccia sorretta da un aggancio in ottone avvitato all'alluminio.
Nessun marchio.
Nessuna notizia.
Nessuna macchina similare.
Un mistero come tanti...


Il collezionismo malato

Negli ultimi mesi mi è successo per ben tre volte: mi aggiudico un asta, oppure trovo su un sito di vendita un vero affare e attivo la proce...