Quando la tecnica per la produzione di caffè casalingo incontra l'Arte,
si creano dei piccoli capolavori.
Ma l'Arte non piace a tutti, e certe forme d'arte non piacciono a tutti.
Questa è una caffettiera tra le più controverse: o si ama o si odia.
Nessuna via di mezzo.
Gaetano Pesce
Nota biografica
Architetto, artista e designer, nasce a La Spezia nel 1939.
Dal 1958 al 1963 frequenta a Venezia la facoltà di Architettura presso lo IUAV (fra i
docenti Franco Albini, Ludovico B. di Belgiojoso, Ignazio Gardella, Luigi Piccinato,
Giuseppe Samonà, Carlo Scarpa e Bruno Zevi) e segue come uditore lezioni all’Istituto
Superiore di Disegno Industriale. Esponente di quel movimento culturale definito da
Germano Celant “Radical Design” e successivamente del “nuovo design italiano”,
mostra, già durante gli anni dell’università, la propensione per l’uso di espressioni
artistiche multiple, incentrate sull’uomo e le sue esigenze. Definito da Carlo Scarpa
“l’uomo di schiuma” per l’abilità e l’interesse nell’uso di materiali plastici schiumati, ha
tratto dalla sperimentazione diretta con resine e materiali plastici in genere spunti per
la progettazione originale di oggetti.
Nel 1957 fonda a Padova il movimento d’arte programmata Gruppo N, a partire dal
quale ha voluto confrontarsi con altri movimenti artistici a livello nazionale e
internazionale quali il Gruppo T e il francese Groupe de Recherche d’Art Visuel. Nel
1965 presenta il Primo manifesto per un’architettura elastica al congresso «La società
nell’architettura» a Jyvaskyla, in Finlandia. Nel 1971 fonda a Genova, con Cesare
Cassina e Francesco Binfarè, la Compagnia Bracciodiferro, centro per la produzione di
oggetti sperimentali in piccola serie. Nel 1972 è invitato a partecipare alla mostra
curata da Emilio Ambasz al MoMA di New York: «Italy, the New Domestic Landscape».
Presente nel 1965 nei paesi del Nord Europa, e in particolare in Finlandia, si è trasferito
successivamente a Parigi (dove ha vissuto per quindici anni) e, dal 1980, a New York,
dove ha svolto anche attività didattica presso la Cooper Union, con John Hejduk, Peter
Eisenman e Raimund Abraham. Gaetano Pesce ha insegnato anche presso l’École
d’Architecture de Strasbourg, la Pittsburg Carnegie Mellon, il Politecnico di Hong
Kong, la Domus Academy di Milano e la Scuola di architettura di San Paolo del Brasile.
Ha inoltre promosso esperienze di autoproduzione sia con il citato marchio
Bracciodiferro sia con i più recenti Fish Design e Open Sky.
Numerose le mostre organizzate sulla sua opera in tutto il mondo, fra le quali si
ricordano: «Le future est peut-être passé», al Centre de Création Industrielle, Musée
des art décoratifs di Parigi nel 1975; «Art-Architecture», al Carpenter Center for Visual
Arts della Harvard University di Cambridge ne 1985 e la più recente «Les temps des
questions», al Centre George Pompidou di Parigi nel 1996 e le piu recenti «Il rumore
del tempo», alla Triennale di Milano nel 2005 e «Pieces from a Larger Puzzle», all'ICI di
Los Angeles, nel 2010.
Fra i progetti sperimentali di architettura sviluppati da Pesce si citano: il Loft
verticale, del 1982, un edificio con le pareti di mattoni di poliuretano rigido; la
ristrutturazione dell’appartamento del fotografo Marc-André Hubin a Parigi del 1986;
gli interni dell’agenzia pubblicitaria TBWA Chiat/Jay a New York del 1994; la torre
residenziale per l’habitat individualizzato a San Paolo del Brasile del 1989; l’Organic
Building di Osaka nel 1990, la sua casa di vacanze a Bahia in Brasile, con pareti in
caucciù del 1998, il Souvenir Shop del Millennio, interamente in silicone, ad Avignone,
del 2001 e il Pink Pavilion alla Triennale Bovisa a Milano, realizzato in schiuma morbida
di poliuretano nel 2007.
Fra i principali prodotti sviluppati con note aziende si ricordano invece: poltrone e
sedute serie Up (1969) e poltrona Yeti (1968-69), per C&B; insieme di tavoli Arca e sedie
Golgotha (1972-73); poltrona Sit Down (1975), divani Cannaregio (1987), tavolo
Sansone, sedute Dalila (1980), divano Tramonto a New York (1980) e poltrone I feltri
(1987) per Cassina; bottiglia per l’acqua minerale Vittel (1986-87); sedia Green Street
Chair (1984) per Vitra; caffettiera Vesuvio (1992) Zani&Zani; sedia, tavolo e poltroncine
Broadway 543 (1995-2001) per Bernini; sedia Umbrella Chair (1995) e complementi
Nobody’s Perfect (2002) per Zerodisegno; divani e poltrone Michetta per Meritalia
(2005-2006); le Edizioni del Pesce (2010) per Meritalia".
Tratto da: C. Martino, Gaetano Pesce. Materia e differenza, Marsilio Editori, Venezia 2007, p. 92.
Questa è una caffettiera rara.
Ricercata.
Costosa.
Ne ho viste un paio in questi anni, mai con la scatola originale.
La macchina è davvero unica, con un mantello in resina termoresistente che simboleggia il famoso vulcano pertenopeo.
Sopra uno sbuffo di fumo bianco..
.. a metà la lava rosso sangue..
.. e in basso la montagna.
Tecnicamente è una moka, ma non pensiate mai di usarla!
La Vesuvio è in vendita,
i pochi fortunati che potranno permettersela
potranno contattare il sig.
Paolo Taiocchi
- interior designer -