venerdì 28 maggio 2010

Chiavi di ricerca (11)

Prendo spunto da un blog che non posso citare, (ma che rimane per me un punto di riferimento) per allietare i miei lettori con le frasi-parole chiave che le persone hanno utilizzato nei vari motori di ricerca per arrivare qui.
Alle migliori domande (o frasi sconfusionate) cercherò di dare le mie migliori (!) risposte.
Tanti mi hanno chiesto cosa fossero queste chiavi: questo è un esempio (cliccate qui sopra)
Il giorno 19 gennaio tutti quelli che sono approdati a questo blog, avevano digitato le parole elencate.



Spleen & Ideal

Strana commistione, tra il mio amico George G. ed il mio amico Charles B....
Sempre di poesia trattasi: di amore assoluto, viscerale , al di là del tempo.

Nell'ottobre del 2009 già il sommo Lux si era soffermato sulle macchine a presso infusione, riportando, tra l'altro, un brevetto del 1894.

Intravisto da lontano un curioso oggetto mentre la notte in bianco stava mestamente prendendo il sopravvento, mi avvicinavo sempre più incuriosito dal suo strano pomello!

"Che cos'è (o forse per quello strano sesto senso già sapevo.....)?"
"Un oliera!"
"Posso vedere?"
"Certo!"
D'impulso tiro il pomello col batticuore....è uno stantuffo!. Dai che è una...no, impossibile. Sarà un infusiera...La guardo, la riguardo. Niente. Poi - d'incanto - la rivelazione! Un piccolo, insignificante 2 stampigliato li dove non batte il sole.

Che emozione cara amica ritrovarsi dopo centanni sotto il primo tepore di maggio! Un caffè?




Ricordi tu l'oggetto, anima mia, che vedemmo quel mattino d'estate così dolce? Alla svolta d'un sentiero un'infame carogna sopra un letto di sassi, le gambe all'aria, come una femmina impudica, bruciando e sudando i suoi veleni, spalancava, con noncuranza e cinismo, il suo ventre pieno d'esalazioni.
Il sole dardeggiava su quel marciume come volendolo cuocere interamente, rendendo centuplicato alla Natura quanto essa aveva insieme mischiato;
e il cielo contemplava la carcassa superba sbocciare come un fiore. Il puzzo era tale che tu fosti per venir meno sull'erba.
Le mosche ronzavano sul ventre putrido donde uscivano neri battaglioni di larve colanti come un liquame denso lungo gli stracci della carne.
Tutto discendeva e risaliva come un'onda, o si slanciava brulicando: si sarebbe detto che il corpo gonfio d'un vuoto soffio, vivesse moltiplicandosi.
E tutto esalava una strana musica, simile all'acqua corrente o al vento, o al grano che il vagliatore con ritmico movimento agita e volge nel vaglio.
Le forme si cancellavano riducendosi a puro sogno: schizzo, lento a compiersi, sulla tela (dimenticata) che l'artista condurrà a termine a memoria.
Dietro le rocce una cagna inquieta ci guardava con occhio offeso, spiando il momento in cui riprendere allo scheletro il brano abbandonato.
- Eppure tu sarai simile a quell'immondizia, a quell'orribile peste, stella degli occhi miei, sole della mia natura, mia passione, mio angelo!
Sì, tu, regina delle grazie, sarai tale dopo l'estremo sacramento, allora che, sotto l'erba e i fiori grassi, andrai a marcire fra le ossa.
Allora, o bella, dillo, ai vermi che ti mangeranno di baci, che io ho conservato la forma e l'essenza divina di tutti i miei decomposti amori. 



martedì 25 maggio 2010

Puerto Juan


Che splendidi ricordi di quando ero bambino, le pubblicità erano ingenue ma ben curate.
Nel Far West a cartoni animati, dove trovavi un pò di tutto, alla fine trovavi pure i celeberrimi condizionatori.
E lì vicino, a Gallarate, si può trovare anche un'ottima torrefazione: il Puerto Juan.
Un super amico (al quale tirerò presto le orecchie per motivi che sappiamo io e lui...) mi ha portato lo scorso mese tutte le varietà prodotte dalla famiglia Frigerio.
Così, senza fretta, le ho provate una ad una, obbligando anche amici e parenti a test d'assaggio più o meno inconsapevoli.
Sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla buona qualità delle miscele, tutte (tranne una ...) ben bilanciate ed adatte ad un uso casalingo .
Il top è sicuramente la miscela Caracolito, ma dovrete prendervi la Bacchi per gustarne appieno le sue qualità più recondite.

La moka, come sempre, fa un caffè.... la Bacchi fa il caffè.


martedì 18 maggio 2010

Mostra di antiche caffettiere al Maggio Fioranese (brava Liliana!)

Nella ex sala consiliare di Via Marconi, durante il Maggio Fioranese sono esposti 150 pezzi fi caffettiere, macchine da caffè, samovar, in una mostra intitolata “Viaggio nel mondo del caffè”, organizzata dal Circolo di Cultura Nuraghe di Fiorano, in collaborazione con i Comuni di Fiorano e Maranello, la Fasi e la Regione Autonoma della Sardegna.
La mostra, ambientata fra i quadri dei pittori Mauro Giorgi e Giovanni Antonio De Montis, rimane aperta fino al 30 maggio, ogni sabato dalle ore 15 alle ore 22, ogni domenica dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 15 alle ore 22.
Sono esposti pezzi provenienti da diverse nazioni: Turchia, Spagna, Francia, Germania, Austria, Russia e America, anche se la maggioranza sono italiane e partono dall’Ibrik dei primi ‘800 alla Pavoni del 2005. ( da  http://www.sassuolo2000.it/2010/05/12/mostra-di-antiche-caffettiere-al-maggio-fioranese/)


 Voglio segnalare ai caffettiera-dipendenti la mostra organizzata dalla mia amica Liliana.
Tante macchine, con la prerogativa di essere state tutte scelte con ottimo gusto estetico.
Infatti, uno dei problemi degli "accumulatori" è quello di non essere capaci di scindere la bramosia del possesso dalla qualità degli oggetti.
Ma Liliana non ha sicuramente di questi problemi.


 Gioisco nel notare la pulizia delle macchine ed anche la loro disposizione.
Il tocco femminile colpisce ancora...


La RO - RE a 4 uscite è uno dei sogni di tutti i collezionisti: in rosso poi acquista ulteriori punti!


Questa macchina a leva è un vero gioiello, starebbe bene affiancata al paraurti di una Cadillac anni '50.


La piccola Gilda è un'altro "must have" , ma ce ne sono sempre meno ed a prezzi inauditi!
Beato chi ce l'ha.


Le Bomba ungheresi sono spettacolari e come si può notare dall'altezza dei beccucci erano state concepite in origine per l'utilizzo sulle piastre della "cucina economica" o sparghert come lo chiamiamo noi delle vecchie provincie austro-ungariche.


Una bella foto d'insieme con in primo piano 2 strumenti poco conosciuti: sono dei cappuccinatori per montare il latte.


 L'Eterna come sempre merita un posto d'onore ma qui devo fare un'appunto:
io ci avrei messo 4 tazzine (senza offesa, ah ah ah!)


Grazie Liliana per aver fatto scoprire "al mondo" la tua splendida collezione: e che sia da stimolo per tutti noi collezionisti!
Orsù, tirate fuori anche le vostre meraviglie e fate innamorare qualcun'altro di queste gioie per gli occhi!
Immagino la fatica, tanta, ma anche tante belle soddisfazioni.
Spero di poterti imitare al TriestEspresso Expo di ottobre se mi concederanno un piccolo 
spazio espositivo....

(un ringraziamento sentito a Mario di Comunicaffè
per la segnalazione ed un 10 e lode all'Avvocato GG per le ottime foto) 

domenica 16 maggio 2010

Columbia Crème OMG


Tutti la sognano.
Pochi la posseggono.

Io "me la sono fatta".
Non fraintendetemi: la collezione di oggetti nati per l'uso quotidiano non può fermarsi al mero accumulo.
Questi oggetti vanno vissuti, capiti, usati.
Entrateci in sintonia, puliteli con amore, ed essi diventeranno veramente "vostri".

La seconda "sfida" di questo mese è stata quella di ripristinare la celeberrima Columbia Crème.
Una ricerca senza troppa convinzione mi ha permesso di trovare la guarnizione del pistone, della quale tratterò prossimamente.
La difficoltà maggiore è stata quindi quella di capire il procedimento per avere la tanto agognata crema.

 Qualche tentativo a vuoto, ma alla fine, eccola!
Non sarà paragonabile all'espresso...
ma la soddisfazione...
è comunque enorme.


Gaggia Gilda (1956)



Ed ecco a voi la Gilda 2° serie, una splendida macchina da 23.000 lire!
323 euro dei giorni nostri ben spesi, per portarsi a casa la possibilità di  bersi un vero infuso di caffè idrocompresso, quasi come al bar.
La forma della Gilda fu evidentemente influenzata dal periodo nel quale nacque: la "space age" o "atomic era".

Casalinghe, pin up... razzi spaziali ,satelliti...
.... un connubio esplosivo che permise alla Gaggia di vendere un gran bel numero di macchine.
Successivamente la bakelite rossa diventò nera e lo scudetto in metallo fu sostituito da un'applicazione di vernice nera.

La macchina fu ribattezzata "la Gaggia ad orecchie di coniglio" a causa delle caratteristiche leve ripiegabili, fatte in tal guisa per contenere gli ingombri.

Mi ero ripromesso di fare un post degno di una delle più belle macchine a leva mai prodotte, e lo farò.
Ma ho dovuto raccogliere la sfida di un amico: "scommetto che con questa non lo farai il caffè ! "
Perchè no?

La macchina qui fotografata è in buone condizioni, mediamente usata , e già oggetto di manutenzione una trentina di anni fa.
Chi volesse effettuare un rapido restauro potrà rimuovere i 2 perni delle leve e le viti di bloccaggio del gruppo pistone. Nessuna paura, la molla non vi centrerà un occhio con il classico "SBOING" dei fumetti.

La sostituzione dell'unica guarnizione è incredibilmente semplice: vite, rondella, guarnizione.
Nessuno sclero per infilarla nella cava del pistone.
Tempo medio per l'operazione : 2 minuti.

Qui sotto si possono notare gli anelli seeger in luogo di quelli a forchetta dei modelli successivi.
La forza da applicare sulle leve è veramente a livello delle corna del toro del luna park, oggetto cult tra i giovani bulletti degli ultimi 40 anni.
Mia figlia non ce l'ha fatta a smuoverle, mi chiedo se l'elegante miss della foto iniziale ci sarebbe mai riuscita.

E per concludere... 
Ecco la crema di caffè.
Già al secondo tentativo era di gran lunga superiore a quella della Pavoni.
Corposa, profumata, ottima!


Almeno per questa volta,
la gallina vecchia ha fatto un buon brodo (di caffè).

lunedì 10 maggio 2010

La Victoria Arduino Tipo Famiglia (seconda versione)

Tutti i collezionisti hanno almeno una decina (se non di più...) di sogni proibiti.
Ma i sogni, se vogliamo credere a certe filosofie di pensiero , si possono avverare: basta volerlo.
Ed io «Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli», come il buon Vittorio Alfieri.
La Tipo Famiglia nella sua seconda versione è indubbiamente l'apice assoluto dell'arte e dell'architettura fascista applicata ad una macchina da caffè casalinga.
Se la prima versione era nata con uno stile spiccatamente Art Decò (la macchina è del 1920) , successivamente con piccole modifiche estetiche venne eliminato il meraviglioso scudetto smaltato, sostituito da uno ben più sobrio ma in linea con le tendenze degli anni '30.
Anche la nickelatura fu rimpiazzata da una sfavillante e più maschia cromatura.
Due tocchi di magia.



Ogni singolo particolare dimostra che la macchina non venne costruita pensando al risparmio, ma piuttosto fu una diretta emanazione (come vedremo più avanti) delle macchine da bar dalle quali discendeva concettualmente.



Grande, pesante, altezzosa!
Il turbinìo di emozioni che questo italico gioiello regala non sono certamente "democratiche":
nel 1923 il Duce proclamava che...
...la democrazia  ha tolto lo «stile» alla vita del popolo. Il fascismo riporta lo «stile» nella vita del popolo: cioè una linea di condotta; cioè il colore, la forza, il pittoresco, l'inaspettato, il mistico; insomma, tutto quello che conta nell'animo delle moltitudini.


E di vero stile la Victoria Arduino ne è pregna.
Un capitello in metallo, uno status symbol della nuova oligarchia del Ventennio.


Ma quanti di voi, attuali o futuri possessori di codesta macchina, si cimenteranno nel suo restauro o ripristino ?
Per quei pochi voglio regalare qualche immagine che sarà di sicuro aiuto.


Le viti, la spina del tappo, i dadi; tutto si può rimuovere con disarmante facilità.
Qui sopra possiamo notare il dado di bloccaggio inferiore e la guarnizione che con ogni probabilità è in fibra di amianto.
Svitato il dado e le viti sul mantello, si può rimuovere la base in ghisa.
L'isolamento elettrico è come sempre dato dalla "pastina" in ceramica.
Purtroppo un cavo era parzialmente scoperto e mandava il tutto in corto circuito.


Un tubicino in silicone ed un pò di nastro adesivo hanno risolto il problema.


L'aquila della Victoria Arduino è quindi pronta per prendere il volo ma manca un particolare:
come funziona?
Sul tappo superiore c'è indicato nel senso della rotazione "acqua" e "vapore".
Ma non ci sono lance a vapore per il cappuccino...

Il brevetto in questo caso mi è stato di grande aiuto: la macchina lavora similmente a quelle da bar anni '30,
quindi il vapore, attraverso l'asta -otturatore collegata al tappo trova sfogo proprio attraverso il caffè macinato (che eresia, con il senno di poi...).
Non appena il vapore esce dal beccuccio erogatore, si può aprire la valvola e l'acqua premuta dal vapore viene spinta con forza attraverso il caffè.
Una volta ottenuta la quantità di caffè desiderata si scollega la spina elettrica e si chiude la valvola, permettendo al vapore di passare nuovamente attraverso il macinato, per "asciugarlo".

E stamattina... Vola! Possente aquila! Riprendi vita!
Il dottor Frankenlux ha colpito ancora...
"Da quel fatale giorno in cui fetidi pezzi di melma fuoriuscirono dalle acque ed urlarono alle fredde stelle: "io sono l'uomo" il nostro grande terrore è stato sempre la conoscenza della nostra mortalità, da stanotte lanceremo il guanto della scienza contro lo spaventoso volto della morte stessa, stanotte noi ascenderemo nell'alto dei cieli, sfideremo il terremoto, comanderemo il tuono, e penetreremo fino nel grembo dell'impervia natura che ci circonda."
 




Mondial Express Caffè (grazie Marco!)



Il mondo variopinto delle caffettiere non è fatto di soli pezzi "museali" , ma anche di piccole e
poco valutate macchinine, che però fanno la gioia di qualche collezionista "alternativo".


Questa macchina da 3 tazze l'ho vista spesso nei siti d'aste austriaci ed a prima vista sembrerebbe un clone della moka Bialetti.


Ma una volta aperta ecco la sorpresa: la macchina è in fusione monoblocco, ed il filtro si avvita all'interno con un sistema identico a quello della Irmel di Crusinallo.
Poco importa se non ci sono marchi o se non vale più di 3 euro... 
Mi piace, è buffa, e rimarrà sempre legata a dei bellissimi ricordi di 
"un tranquillo week end di paura" , a lieto fine per fortuna!


Aggiornamento del 15.05.2010:
Marco mi ha inviato le foto della stessa macchina, compreso il marchio.
Che gioia conoscere il nome di una macchina, grazie ancora.

Trimel


A cavallo tra gli anni '50 e gli anni '60 ci fu in Italia un vero e proprio boom nella creazione dei modelli più fantasiosi e disparati di macchine da caffè.
Il motivo va probabilmente ricercato nel fatto che le disponibilità economiche delle famiglie erano rapidamente aumentate grazie al miracolo economico e che il caffè era diventato un rito quotidiano quasi obbligatorio.


La caffettiera Trimel fu il tentativo, secondo me, di spezzare il duopolio dell'Atomic e della Vesuviana.
Concetto simile, ma con delle particolarità costruttive degne di nota.
Costruita a Torino dalle Fonderie Ruffini (Mokita ed altre), venne prodotta in migliaia di esemplari, e con un pò di fortuna se ne può trovare ancora qualcuna in buone condizioni.


Il manico in bakelite funge da tappo ed è provvisto di una valvola di sicurezza.
La sua forma ergonomica caratterizza la macchina; geniale l'unghia d'appoggio per il dito pollice! 
I filtri in dotazione erano tre, e ciò rendevano la macchina estremamente versatile.
Già immagino la pubblicità dell'epoca: "costa un pò di più ma sempre meno di tre moke...".


La boccia sagomata raccogli caffè si incastra lungo le due alette poste sulla caldaia.


I filtri sono fatti con una lega strana, a base di alluminio, ma più resistenti.
I forellini sono molto sottili, adatti all'utilizzo con caffè macinato sottile.


Una volta ottenuto il caffè lo si versava direttamente nelle tazzine, saltando il passaggio più coreografico del bricco amovibile delle dirette concorrenti.


In queste 2 ultime foto possiamo ammirare dei piccoli ma significativi particolari: 
la costa di rinforzo posteriore della caldaia, ed il sistema di aggancio del manico-tappo.
Splendidi e geniali, come tutta la Trimel.

Ma il caffè...? Come viene..?
Questa è una nota dolente.
Sarà che in questo periodo ho troppi "cantieri aperti" , ma il test è stato un insuccesso.
Tenterò di nuovo però, ogni mia macchina deve dare il meglio di sè stessa!

Per chi fosse interessato a breve inserirò nella sezione "compravendita di macchine da caffè" altre 2 Trimel che un amico mi ha chiesto di vendere.

La caffettiera più rara ?

rarità s. f. [dal lat. rarĭtas -atis, der. di rarus «raro»]. Oggetto (soprattutto d’arte o da collezione) raro, difficile a trovarsi in quan...