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lunedì 12 dicembre 2011

Siemens kaffee und teemaschine; meine liebe!

Ma è una teiera!
Si e no.
Vista, piaciuta, presa.
Bella da impazzire, l'ho contrattata poco o niente in quanto il venditore era veramente una brava persona...

Potevate usarla ottant'anni fa per preparavi una fumante tazza di tea ( o tè, o the che dir si voglia) oppure di caffè.
Il processo di estrazione per bollitura è il più antico in assoluto, e ancor oggi si trovano degli estimatori.
Datare questo gioiello nichelato non è semplice: dalla cura costruttiva però la immagino appartenere agli anni '30 o '40.
Anni di profondi cambiamenti socio-politici in Germania, avvenuti in seguito ad una crisi economica molto simile alla nostra attuale...

Anni di dittatura,
di voglia di riscatto,
di violenza,
di voler creare un mondo "perfetto",
di odio.

Ma tra una vetrina infranta ed una marcia in allegra compagnia, anche il nostro amico "Franz" trovava il tempo per sorseggiare un buon caffè con la famiglia.
Gradisce, mia cara, un caffè fatto con il nostro "Perkolator"?
No grazie, lo preferisco bollito.
Usiamo la nostra amata Siemens!
(la signora non aveva tutti i torti!)
Lasciamolo in infusione per 5 minuti, poi solleveremo il filtro e lo potremo versare in più riprese senza alterarne il sapore!
Ne convengo mio caro sposo...
I fori del filtro fugano ogni dubbio: molto sottili...
Perfetti per il caffè.
Bastava ruotare delicatamente il filtro...
Inserire il nostro macinato...
Aggiungere l'acqua..
Attendere..
Versare..
Sorseggiare.
E se 400 watt vi sembrano pochi...
...immaginateli applicati esclusivamente all'interno di questa protuberanza:
il filtro vi si infilava, e grazie ai tre larghi fori superiori, si creava un moto convettivo che innescava un flusso continuo proprio all'interno del filtro.
Una sorta di pompaggio ricircolante... subaqueo!

Tanto di cappello ai valenti tecnici teutonici.
Semplicemente geniali.

sabato 20 agosto 2011

Caffettiera espresso Aquilas (2)

Già presentata 2 settimane fa , e dopo un paziente restauro, ecco ciò che non potevate credere di vedere mai;
una delle prime Aquilas di nuovo in lavoro!!
Controllate pure le condizioni iniziali: la macchina è la stessa.
Tanta fatica, parecchi crampi alla mano (non pensate di usare il Dremel o altri attrezzi meccanici!!) ma il risultato è davvero soddisfacente.
"Sai, ho una collezione di automobili da corsa d'epoca... ma non le uso mai..."
Io invece le mie vegliarde le uso eccome!
Si riesce a "vedere" l'aroma?
Lo percepite anche voi il profumo?
Un profumo inebriante, antico, unico.

Il Museo del Caffè di Vienna

Se avrete la fortuna di recarvi a Vienna, e state leggendo questo Blog..
..dovrete andare a visitare questo piccolo museo!
Per tutte le informazioni del caso, cliccate qui.
Perdonatemi la scarsa qualità delle foto, ma le teche in vetro sono sempre complicate da fotografare.
Qui sotto potete vedere una bella collezione di zollette di zucchero incartate.

La foto della macchina a leva (una Otto Swadlo) è dedicata a Francesco Ceccarelli, e la sua vicinanza con la Pavoni ci fa capire quanto è immensa!
Per soli 120 euro...potevo prenderla... quante scemenze si fanno da giovani!


Invece questa potrebbe essere una caffettiera per le bambole: piccolissima!
Le tazzine erano grandi la metà del normale.
Un "macchinone" da bar di inizio secolo...
Un bel gruppo di macchine in ceramica...
...ed un bollitore da bar ottocentesco...
... c'era veramente di tutto!! (continua)

venerdì 1 luglio 2011

Diamant: la caffettiera dell'egoista

Tra noi collezionisti è d'abitudine un simpatico confronto in rete sulle caffettiere che troviamo settimanalmente.
Questo ci aiuta a sperare in un futuro prossimo di scoprire "proprio quella comprata ieri da xxxx".
Ma man mano che le collezioni si evolvono, ed i pezzi aumentano a dismisura, è sempre più difficile trovare un qualcosa di nuovo.
A me però è successo due settimane fa.
Questa è una caffettiera a percolazione in ceramica... da una tazza.
E' veramente piccolissima, un gioiellino.
Di probabile fabbricazione tedesca; non ho trovato nessuna notizia in rete.
Ancor più interessante è la tazzina conformata a calice, una sorta di Graal del caffeinomane.
Datare gli oggetti in ceramica è praticamente impossibile; 
anni '20?
anni '30?
anni'40?
La stella di David formata dai fori del diffusore la colloca tra le innumerevoli caffettiere provviste di tale peculiarità.
Ovviamente l'ho dovuta provare il giorno dopo l'acquisto: un buon caffè alla "tedesca"!
...sorseggiato in perfetta solitudine...
...cullato dalle sublimi note di Erik Satie...

domenica 2 gennaio 2011

ihr Name war Rio

Certo.... il suo nome era Rio.




Deliziosa ed unica nel suo genere, la Rio fu costruita in Austria durante il periodo dell'Anschluss dal 1938 al 1945, ma più logicamente dal 12 marzo del 1938 al 1° settembre 1939, periodo intercorso tra l'annessione e lo scoppio della 2° guerra mondiale.

Le sigle misteriose che appaiono sull'anello di bloccaggio quali DRGM (Deutsches Reich Geschmacksmuster ) e Ges.Gesch. (gesetzlich geschützt) si riferiscono al marchio registrato ed al copyright del design progettuale.



Che macchina buffa, con il corpo in alluminio così panciuto da ricordarmi un mastro birraio austriaco!

La base è in ghisa e garantiva un solido appoggio su ogni tipo di stufa o fornello.

Le viti di bloccaggio spingono su tre lati, ma.. attenzione! Non avvitatele troppo o rischiate di bucare la caldaia!

Tecnicamente è una classicissima macchina a pressione di vapore, una moka per capirci meglio, ma con uno stile mai più riprodotto.
Per questo motivo mi piace molto, proprio per quel tocco di "Austria felix"che fortunatamente il nazismo non era stato ancora in grado di annichilire.

Un grazie di cuore al generoso G.G. di Bologna (ma chi sarà mai???)  che in un momento di follia ha ben pensato di farmene dono.


lunedì 12 ottobre 2009

Bocca Gebrüder Bing Nürnberg Bavaria (parte 2)

Avere tra le mani un piccolo pezzo di storia non si può descrivere se non agli amici collezionisti.
E questa macchina di emozioni ne regala parecchie.

Ma che design! Ma che pragmatismo teutonico!


La Bing fu una importantissima società tedesca che a cavallo tra l’800 ed il ‘900 si sviluppò enormemente, diversificando la produzione, (principalmente però giocattoli di latta) acquisendo svariate piccole società. Prima del crollo economico nel 1924 (che favorì più avanti l’ascesa di Adolf Hitler) impiegava la bellezza di 16.000 dipendenti.

La Bocca (Bing’s Original Conoisseurs Coffee Apparatus) non nasconde l’epoca alla quale appartiene, ciò che veramente stupisce è l’incredibile ed assoluta qualità dei materiali.

La base è stilisticamente di un periodo post bellico, ben diversa da quella riprodotta nelle istruzioni, ed anche visibile sul Bramah (per i curiosi..), databile secondo me attorno al 1910.
La qui presente potrebbe essere collocata tra il 1919 ed il 1924.

Il manico a boomerang, unico esempio in un periodo nel quale tutti copiavano tutto, mi fà ritenere che forse non ne vennero prodotte molte.
Il pomolino in legno, elegante modo per sollevare la pattella senza incorrere in spiacevoli scottature, è un’eredità del secolo precedente, utilizzato nelle prime fontane a vapore.


Ed ecco il filtro, talmente perfetto da poter ingannare anche un’esperto.
Nello stesso periodo in Italia venivano prodotti dei filtri che sarebbe imbarazzante accostare a questo fulgido esempio di quanto più avanti era l’industria tedesca rispetto a noi.
15 anni dopo, se ne sarebbe accorto tutto il mondo...

La bellezza, qui, si sposa con la genialità, ed anche in questo caso non mi risulta che esistano dei cloni di questo particolarissimo sistema filtrante: il tubo di sinistra portava l’acqua al piattino superiore, fuoriuscendo da 4 fori posti all’estremità del tratto orizzontale; il tubo di destra era cieco ma anch’esso provvisto di fori sul tratto verticale, ma interno al filtro.
In questo modo la percolazione a ricircolo avveniva sia dall’alto che dal fianco, in un cesto che richiama terribilmente quello di una lavatrice , in inox (ma in realtà è ottone cromato).


In queste foto possiamo ammirare... la perfezione.

Chissà se il caffè ottenuto era buono.
A questa domanda non potrò dare risposta se non trovandone un’altra, usata .
Questa è, e dovrà rimanere nuova.


La basilica di S.Bocca chiude degnamente questo post e mi fa istintivamente alzare gli occhi al cielo, per ringraziare il fato che ci ha voluto unire per sempre.

Il collezionismo malato

Negli ultimi mesi mi è successo per ben tre volte: mi aggiudico un asta, oppure trovo su un sito di vendita un vero affare e attivo la proce...