Luogo d'incontro di appassionati e ... di mercanti.
Dimenticate il "la voglio ad ogni costo!"
Le regole per chi vuole "rischiare" un'asta sono sempre le stesse:
stabilite a priori il vostro prezzo massimo
fate la vostra offerta quando mancano 30 secondi al termine
diffidate SEMPRE dalle aste dove compaiono molteplici offerte fatte da utenti "sospetti" con feedback inferiori a 10; ebbene si, sono gli stessi venditori che si autorilanciano per invogliare gli ingenui. L'acquirente tonto pensa che il valore di un'oggetto dipenda dal numero di offerte.
Nel nostro settore ci sono quei 4 mercanti di macchine espresso e di caffettiere che fanno i furbi.
Anzi... i furbetti del mercatino.
Bravi, lo ammetto.
Ma da me non avranno mai un centesimo.
E spero, da oggi, anche da voi!
700 euro per una Faemina Baby con scatola?
201 euro per una Caravel arancione qualunque?
540 euro per un'Olympia del '67?
236 euro per una brutta Vam?
826 euro per una Olympia Club?
Per non parlare di una Cazzante andata alle stelle in Germania!
AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!
Sui banchetti dei mercatini la crisi è palpabile: oggetti che venivano venduti a 100, ora li pagate 50... Com'è che su Ebay si ribalti la situazione???
Alzi la mano chi conosce bene la storia dell'Elektra! Nessuno? Non mi sembra strano.
La Elektra, in origine conosciuta come La Tarvisium, è uno dei vanti italiani nel settore delle macchine da bar. All'estero è famosissima. Un mito direi. Macchine di altissima qualità per bar di classe.
Ma nel "bel paese" le cose cambiano: poche macchine fanno bella mostra di sè (ne conosco non più di 3 qui in zona), poca pubblicità, una presenza alla Triestespresso 2010 "quasi d'obbligo". (noblesse oblige...) Provate a cercarne il sito in Internet... c'è, ma nascosto. Se digitate solamente Elektra vi verrà fuori un pò di tutto.
Scelte commerciali indiscutibili, ma è un peccato, perchè le Elektra sono in grado di "far rallentare il battito cardiaco dell'appassionato". L'altr'anno il sig.Mario è stato così gentile da ricevere me e la mia consorte per scambiare quattro chiacchiere, in generale. Pensavo di essere pronto. Pensavo di non riuscire ad emozionarmi così tanto.
Sbagliavo.
Chi non vorrebbe una "Belle Epoque" in cucina? Immaginate di prepararvi un'espresso ascoltando Tino Rossi.
Oppure una "Classic" in una stanza arredata anni '60? Con Jerry Lee Lewis in sottofondo... suonato da un Wurlitzer d'epoca...
Carina l'idea di raccogliere in una stanza "materiale della concorrenza", una sorta di piccolo museo.
La Peppina in ottone meritava da sola il viaggio! Una delle ultime prodotte poi... Introvabile!
Uno stuolo di Caravel... ma lo avevate mai notato che la griglia riporta 2 volte la scritta VAM (Vetraria Ambrosiana Milano) contrapposta?
Un particolare della Nivola... da brividi. Sembra il musetto di un bolide da corsa anni '50.
La Aletta, vero trionfo dell'inox, abbinata ad un corpo traslucido che permette di intravederne le "parti intime".
Due modelli ultra-rari degli anni '80 che farebbero la gioia di ogni collezionista.
Quella di sinistra non sono riuscito a comprarla ad Aosta per un soffio .. mannaggia! I più smaliziati si accorgeranno subito di quanto sia particolare il gruppo pistone nella Microcasa a Leva di destra; meno elegante ma più efficace?
Qui potete ammirare un modello "space age" da bar in ottime condizioni, con base in marmo.
Ed eccoci ad affrontare in dettaglio il secondo sistema "geniale": quello di aumento della pressione di estrazione.
Una volta raggiunta la pressione desiderata (che io stimo in circa 2,5 - 3 bar), la valvola di sicurezza iniziava a fischiare: era giunto il momento di intervenire e spingere verso il basso il pomello nero, il quale permetteva all'acqua di attraversare il macinato e risalire lungo il camino.
Tutta la macchina risulta sovradimensionata per resistere alle maggiori pressioni in gioco.
La parte superiore trasparente è costruita in policarbonato, e non in vetro come potrebbe sembrare in un primo momento.
Il cucchiaino dosatore è marchiato Egi.
Qui sotto potrete mettere in pratica le lezioni di Tedesco apprese tanti anni fa... e leggervi le istruzioni. Notate la grafica anni '60, curatissima in ogni dettaglio.
Concludo con un'immagine della mia macchina, color crema, meno "nuova" di quella del Prof. o di quella dell'Avv. (ebbene si, abbiamo fatto una pazzia collettiva).
Se la trovate in qualche soffitta polverosa, mi raccomando: non lasciatevela scappare!
No, non avete problemi di vista: se vedete sfocato è perchè questa macchina è ancora nel suo sacchetto originale...dal 1963. Il simbolo meneghino denuncia la sua origine.
I Ventures scrivevano in quell'anno la celeberrima "Wipe out"...
... e nel frammentre Mario ed Andrea Ivo commercilalizzavano la loro creazione.
La macchina fu prodotta dalla Fiorenzato a Padova e successivamente distribuita a Milano dalla ditta Egi.
La qui presente Egi è di proprietà del professor Moretto, lungimirante collezionista piemontese.
Poteva produrre indifferentemente da 2 a 8 tazze di buon caffè.
Due caratteristiche tecniche la differenziavano dalle altre caffettiere:
un sistema di filtro a volumetria variabile
un sistema di innalzamento della pressione di estrazione
La macchina venne prodotta in diversi colori: ad oggi se ne conoscono 4
Celeste
Rosso
Verde
Crema
Qui sotto possiamo ammirare il sistema del filtro variabile...
Il piattello forato poteva scorrere assialmente...
... e grazie ad un gambo pesante assumeva naturalmente la posizione di minima compressione, per effetto della gravità.
Durante la fase di produzione del vapore, l'aumento della pressione interna premeva dal basso andando a comprimere il macinato in maniera "automatica".
Il secondo sistema verrà analizzato in un post successivo.
Questa macchina non avrà forse l'impatto emotivo di altre più appariscenti, ma vi assicuro che estrarla dal sacchetto è stata un'emozione fortissima.
L'inquietante pubblicità dell'epoca ci proietta in un mondo che non esiste più. Un mondo nel quale i neonati avevano le frappe e la cuffietta, ed i levrieri assistevano alle ustioni degli infanti con austera flemma . (Alberto... svela il mistero di questa immagine!)
Dopo averla vista "sporca e cattiva"...
Dopo averla vista "rinata"...
Ecco a voi la macchina in dettaglio, per gli amanti dei particolari.
Strano assemblaggio di materiali, diversamente trattati, rendono la vita del collezionista molto dura: il supporto spesso si arrrugginisce e si buca, la caldaia si deforma, i supporti si dissaldano...
Ogni particolare è marchiato, quasi fosse una necessità per impedirne l'uso su macchine terze.
La caldaia in rame soddisfa l'occhio e conduce egregiamente il calore.
Il tappino del bruciatore, miracolosamente intatto...
Lo stoppino originale è composto da due tipi diversi di fibra legate tra loro.
I filtri sono (stranamente) in alluminio.
Il numero di tazze è evidente sia all'esterno...
... che all'interno. Il n° 3 inciso sul filtro è a mio avviso... da brividi!
Quando una macchina è "sana" ed arriva sotto le mie grinfie.. deve fare il suo sporco lavoro. A che serve accumulare caffettiere se poi rimangono sugli scaffali a prendere polvere?
Questa Aquilas, databile attorno agli anni '20, non credeva di poter più erogare alcun caffè. Triste, abbandonata in qualche soffitta per 70 anni o più... Ha avuto la fortuna d'incontrarmi stamattina!
La solita pulitina interna-esterna.
E già la sentivo fremere, emozionata quanto me.
Un paio di prove...
Ed eccola pronta a stupirvi.
Come sempre mi sono commosso.
Ed ho voluto abbinare a questo post una canzone in tema: