Ho rimosso un post "maledetto" di pochi giorni fa.
318 volte ho pubblicato qualunque cosa prima di allora, senza alcuna noia sostanziale.
Ho preso in giro il mondo dei collezionisti, con delicatezza, ma perchè ne faccio parte anch'io.
Chiamiamola autoironia.
Questo è un blog di nicchia per pochi appassionati.
Pochi leggono e pochi contestano.
Ma quando su un solo post ricevo troppe telefonate, e mail infuocate, e commenti, e mi ritrovo costretto ad apportare modifiche su modifiche... allora si perde lo spirito anche un pò goliardico e guascone che caratterizza i miei piccoli articoli.
Alla decima revisione, cercando di accontentare tutti, ho deciso di apportare un bel taglio radicale.
Prendo spunto da un blog che non posso citare, (ma che rimane per me un punto di riferimento) per allietare i miei lettori con le frasi-parole chiave che le persone hanno utilizzato nei vari motori di ricerca per arrivare qui. Alle migliori domande (o frasi sconfusionate) cercherò di dare le mie migliori (!) risposte. Tanti mi hanno chiesto cosa fossero queste chiavi: questo è un esempio (cliccate qui sopra) :tutti quelli che sono approdati a questo blog, avevano digitato le parole elencate. Se vi piacciono queste chiavi pubblicate oggi, vi consiglio di cercare le altre nel mio archivio, oppure cliccate qui.
R: Caviale Beluga e Champagne Cristal nei piatti e bicchieri in plastica da campeggio... tutto si può fare.
Nota: stavolta non ho maltrattato la celeberrima Mokona Bialetti. I disperati che però cercano di sostituirne la guarnizione aumentano di giorno in giorno. Come mai???
Se qualcuno tra i miei lettori avrà mai esplorato i siti oltreoceano, conoscerà molto bene la Aeropress.
Semplice, divertente e dal prezzo inferiore alla concorrenza, questo "apparecchio" per la produzione di caffè "espresso" (inteso come velocità...) è sicuramente il più venduto negli Stati Uniti da almeno 4 anni.
Ero molto curioso, e così grazie alle coincidenze che accadono quando desideriamo qualcosa, ho deciso di contattare la Aerobie e farmene spedire una.
Ringrazio Gary per avermene parlato al momento giusto.
E' proprio come indicato sul coperchio: si inserisce il caffè e l'acqua calda...
Si preme per circa 20 secondi...
E... buon caffè!
In questo post vi mostrerò solamente come si presentano le parti una volta aperta la confezione.
I test seguiranno a breve.
Qui possiamo notare il cucchiaio dosatore e la paletta per miscelare.
Questo è il tappo porta filtro.
L'imbuto per gli sporcaccioni (necessario se avete la mano tremolante o macinate direttamente nella Aeropress).
Ed ecco a voi l'apparato vero e proprio: una siringa gigante!
Lo stantuffo è graduato per calibrare la quantità esatta di acqua da riscaldare.
Si può inserirlo direttamente nel microonde se non volete usare un pentolino per riscaldare l'acqua.
E per finire il set di fltri in carta.
Esiste anche la possibilità di usare un filtro metallico come optional.
J’aime ta couleur café
Tes cheveux café
Ta gorge café
J’aime quand pour moi tu danses
Alors j’entends murmurer
Tous tes bracelets
Jolis bracelets
À tes pieds ils se balancent
Couleur café
Que j’aime ta couleur café
Couleur café
Que j’aime ta couleur café
Ebbene si!
I Bazzara Bros hanno anche altre attività oltre a quella di scrivere libri.
Una di queste è la vendita di ottimi caffè in grani.
Talvolta, quando voglio concedermi un piccolo lusso, mi preparo un'espresso con il loro Sidamo.
Il Sidamo è uno dei migliori caffè che abbia mai bevuto e proviene dal sud ovest dell'Etiopia.
Delicato, acidulo e difficile da preparare a casa, regala sensazioni eccelse al palato.
Fiori, frutti e profumi intensi si sprigionano ad ogni sorso.
Semprechè... riusciate a trovare la giusta temperatura d'estrazione.
Ma... mi sembra assurdo che nella patria del cappuccino non ci sia nessuno che perda 5 minuti per dimostrare come si può prepararne uno con la propria Atomic.
Johannes Brahms ci introduce con gioia esplosiva alla visone di questa piccola Agrolux.
Ungherese... come la sua celeberrima Danza n°5 in G minore.
Giorgio la teneva abbandonata in un garage...
Ed io lo sapevo...
Ma portamela a Gradisca che la voglio provare!
No?
Non consideravo il fatto che non era perfettamente sana, e che le guarnizioni avevano subito una cottura sconsiderata... una quarantina d'anni fa.
Dopo solo 4 ore di pulizie ed imprecazioni irripetibili, eccola qui, pronta a fare il suo sporco lavoro!
La resistenza di 300 Watt scalda rapidamente l'acqua ; il vapore così creatosi la sospinge verso il recipiente superiore.
Una volta tolta l'alimentazione elettrica, il repentino raffreddamento crea del vuoto nel recipiente inferiore, risucchiando rapidamente l'infuso verso il basso.
La macchina non sarà bella da vedere con tutto quel teflon bianco...
Ma almeno funziona!
Il caffè ottenuto?
Lasciamolo agli ungheresi.
La colpa è tutta mia: avevo il terrore che la boccia inferiore mi esplodesse in faccia e quindi non ho lasciato i canonici 2 minuti di infusione, con la resistenza scoperta..
ma il colore del caffè è veramente poco invitante.
Assomiglia ad un the, direi un Twinnings Earl Grey...
Miele, il gatto, osserva da dietro la finestra i miei esperimenti, e si interroga sulla natura di quel fischio insopportabile che sente da qualche minuto...
oops! Scusami!
E' il fischiotto della Agrolux, otturato in origine e ripristinato con metodi "chirurgici".
Per completare l'opera, ecco a voi il video di questa mia "piccola pazzia".
Ps: la macchina è in vendita completa di teflon e cavo di alimentazione.
In una zona industriale atipica, particolarmente silenziosa, direi bucolica, (dove si possono ascoltare lo scroscìo dell'acqua ed il canto degli uccellini),
potreste imbattervi ...nell'Elektra.
A pochi minuti dal centro di Treviso, il tempo ha rallentato, ed ha permesso al cuore di sostituirsi alla ragione.
La qualità contrapposta alla quantità.
Qui non si producono semplici macchine da caffè, qui si regalano sogni, passioni, emozioni, arte.
Ho voluto abbinare questo mio post ad un classico, cantato nel '64 dagli Animals.
Classico come le macchine qui prodotte.
La mia attività sindacale mi porta talvolta a visitare qualche fabbrica.
Gli odori, lo sporco, il disordine e le facce rassegnate degli operai sono una costante.
Ma qui...
...qui no.
Come un anno fa il sig. Mario si è dimostrato gentile, affabile e soprattutto paziente.
Si è quindi prestato a farmi effettuare un "tour delle meraviglie industriali".
Vecchi macchinari fanno bella mostra di sè.
Piegatrici di 40 anni fa (o più) sono pronte a fare nuovamente il loro dovere.
Questa è un'officina (come risulta anche dal carrello in primo piano); guardate il pavimento (potreste mangiarci sopra) e l'ordine delle Dime posizionate sugli scaffali... tutto perfetto.
Se tra 50 anni ci fosse la richiesta di riproporre modelli fuori produzione, gli stampi sarebbero sempre pronti!
Qualcuno tra di voi riconoscerà questo supporto per le forature! l'avrei "rubato"!
Negli stessi locali è ospitato il reparto lucidatura ed il box di verniciatura.
Ogni piccolo particolare di rame ed ottone viene rifinito a mano (davvero,l'ho visto con i miei occhi!)
Mario ci mostra lo spessore "esagerato" del cartone destinato agli imballi: ogni scatola è specifica per i vari modelli, ed è tutto organizzato con logica.
Modelli da bar pronti per essere spediti: allineati come soldatini.
Ed ecco il cuore della fabbrica: il reparto assemblaggio.
Se siete mai entrati in un'officina.. se avete visto le dita di sporco e grasso accumulato in ogni dove.. se, come me, siete cresciuti con l'odore acre dell'olio bruciato nelle narici..
..apprezzerete queste immagini da sogno.
Quanti caffè sforneranno questi gruppi pistone? Migliaia.
Chi mai sarà il prossimo fortunato possessore? E quanti di voi neofiti mi scriverete, disperati, che non riuscite a farci un caffè decente? Lo ripeto per l'ennesima volta: partendo da zero ci vogliono mesi di prove prima di raggiungere il top: non scoraggiatevi, perseverate!
Caldaie e collegamenti fanno bella mostra di sè, appoggiati su robuste basi d'acciaio. Quando l'interno è così curato e quasi un delitto nasconderlo. Suggerisco ai designer un bel cofano in plexiglass per un futuro modello!
Questo è il training center, dove gli operatori ed i rivenditori vengono opportunamente istruiti.
Le macchine prive dei mantelli di copertura sono analizzate, e capite.
Semplice, diretto, efficace.
"Venite! vi spiego come funziona e ve lo dimostro!"
La Nivola "esplosa", parti sparse della Microcasa a Leva; si, ero proprio a Wonderland...
"Sua maestà il Tamper".
Tale oggetto è il punto di arrivo del barista maniacale: un pressacaffè dinamometrico che comprime il macinato sempre con la stessa forza-peso.
Il macinacaffè Nino sembra in apparenza un qualcosa di già visto:
quasi 70 cm di altezza vi faranno cambiare idea. Immenso.
Il macinadosatore... questo sconosciuto!
Baristi imbranati danno la colpa dei loro pessimi caffè alla macchina.
Si lamentano che l'espresso non è più buono come prima.
E non cambiano mai le macine! La durata dell'affilatura delle lame è di circa 1000 - 1200 kg di caffè. Dopodichè non tagliano più, il chicco non si "sfoglia" ma si "spezza", aumentano gli attriti e si brucia. La granulometria non è più uniforme e si creano corsie preferenziali per l'acqua. E noi, sfortunati utenti finali, ci beviamo una schifezza.
Stesso dicasi per certi baristi casalinghi:
spendono 1500 euro per una super macchina, e poi si comprano un macinino - giocattolo. O peggio ancora, comprano il caffè già macinato "per espresso" al supermercato...
La Belle Epoque denudata ci rivela il suo grande pregio: la caldaia da 5 litri (per la versione più piccola) e tutti gli organi interni alloggiati razionalmente. Sembra il motore di un' automobile giapponese!
Un groviglio di tubicini attendono pazientemente di essere installati.
Chi vuol essere il primo???
Qui sopra ecco svelato qual'è il cuore di ogni macchina da bar: il motore e la pompa dell'acqua.
Ah! lo stanzino dove vorrei lavorare: qui le macchine vengono revisionate e talvolta modificate. Una vecchia Microcasa a leva era in attesa di ricevere un nuovo gruppo pistone, per fare altri 25 anni di caffè quotidiano.
Al termine della visita guidata, ho avuto l'onore di conoscere il sig. Federico, il "paròn" dell'azienda.
Sarei rimasto un giorno intero a sentirlo raccontare con passione la storia dell'Elektra.
La storia di scelte coraggiose.
Scelte controtendenza.
Scelte vincenti in un mondo livellato verso il basso.
Io serberò gelosamente nel cuore le emozioni provate, e credo di averne fatte provare altrettante anche a voi.