Riprendiamo da dove ci eravamo lasciati nel post precedente.
Notiamo nel disegno del brevetto che l'elemento in gomma non è il classico soffietto bensì una sfera:
una palla simile a quelle dei bambini.
La palla era compressa da un piattello incernierato a sbalzo rispetto all'asse della leva.
La quantità di aria, una volta compressa, fluiva nel recipiente inferiore, preventivamente riempito di acqua bollente.
L'aria spingeva sulla superficie dell'acqua che veniva così forzata attraverso il caffè macinato.
Non l'ho toccata. Nessun restauro.
Anche perchè il supporto è in una lega simile alla zama, verniciata di un bel color oro, mentre tutte le restanti parti sono ... in plastica.
La palla è purtroppo completamente collassata su se stessa.
In origine aveva un bel colore azzurro.
Qui sotto potete osservare il piattello.
Notiamo una valvola laterale di autoriempimento (in realtà ce ne sono due contrapposte): sicuramente permettevano di effettuare ripetute pompate fino alla completa estrazione del caffè.
I due braccetti posti sulle spalle del supporto probabilmente servivano ad agganciare una sorta di tazza.
L'assenza di tali elementi nel brevetto e del diverso sistema di serraggio della zona contenitrice acqua-caffè la fa datare successivamente al 1958 (data di pubblicazione negli Stati Uniti).
La macchina ha lavorato a lungo: il filtro e il bicchiere in plastica lo dimostrano.
Lo so.
Non è bella.
Non è elegante.
Non è "preziosa".
Ma per me... è senza prezzo. Unica.
(rigrazio Luciano e Pootoogoo).
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