Tra le tantissime caffettiere che possiamo ammirare nelle più svariate collezioni private italiane (musei degni di questo nome non ne abbiamo in Italia), talvolta capita di poter vedere la Oeffe.
Una macchina davvero inusuale.
La mia ha perso completamente la cromatura, ma essendo affiorato un ottone perfetto sono certo che la lascerò in tal guisa... per sempre.
Unica nelle forme, frutto certamente di una visione onirica, la Oeffe incanta e stupisce da ogni lato.
Una serie di elementi perfettamente assemblati tra loro...
... denotano una qualità costruttiva superione alla media.
Alla media della sua epoca. Che per me rimane un bel mistero da risolvere.
1960? 1950?
Il tappo di caricamento dell'acqua, provvisto di catenella, vi permetterà di non seminarlo, rimbalzante, per tutta la cucina.
Il filtro è alloggiato nella parte superiore, bloccato a baionetta.
Come tutti avranno intuito questa macchina sfrutta il principio del pompaggio semplice:
l'acqua riscaldata risale lungo il tubo centrale e ricade sopra il macinato, per poi percolare e venire convogliata nel tubo a doppia uscita.
Un metodo antico, ma utilizzato anche nella ben più famosa Mokita.
Tutto, anche il filtro, concorre a rendere "simpatica" questa Oeffe.
Non ho modo di verificarlo ora, ma forse potrebbe essere stata brevettata dal sig. Giovanni Francia nel 1955, in quanto la descrizione del "modello di utilità n°54211" potrebbe calzare: "Caffettiera
casalinga costituita da un unico recipiente diviso in due camere
sovrapposte da una capsula-filtro bloccabile a tenuta da un risalto
anulare interno per mezzo di una staffa superiore innestabile a
baionetta"
Se ne trovate una, non fatevela scappare!
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