Pubblico l'intervista al sig. Grilli di qualche mese fa.
Rimango a disposizione della famiglia Snider per eventuali rettifiche e precisazioni.
Per ulteriori informazioni sulla Snider - Edisonia vi invito a leggere con estrema attenzione il post di Pootoogoo che mette finalmente in chiaro un mistero dei primi anni del '900.
Sono Roberto Grilli, e sono
nato a Milano nel 1949.
Mio padre Alfredo, classe
1911 era Capo officina alla Snider.
Costruivano le macchine da
caffè partendo da zero, lavorando le lastre di lamiera e di ottone
cromato.
La Snider produceva macchine
da caffè da bar da 2 fino a 5 gruppi.
La fabbrica chiuse i
battenti nel 1959, fallita a causa di lotte interne alla successione:
Guido Snider aveva 4 figli e una delle figlie pretese la liquidazione
di crediti non riscossi portando la ditta al fallimento.
Guido Snider aveva due
grandi passioni: i quadri antichi e la fotografia di fine 800 inizi
900, e pagava qualcuno per farsi aiutare nella ricerca e la gestione
dei dipinti.
Noi abitavamo in via Fiamma
19: al piano terra c'erano le officine e nei piani superiori gli
uffici e gli appartamenti.Guido durante la seconda guerra mondiale si
ruppe una gamba perchè doveva trasportare farina per il mercato
nero.
Acquistava anche i bossoli
in ottone dai tedeschi per poi utilizzarli nella costruzione delle sue macchine.
Era un pò come Paperon de
Paperoni: stava attento a tutto, in special modo ai soldi. Quando
mangiava il pollo faceva sempre la conta delle ossa per verificare se
aveva mangiato tutto...
Prima della guerra
frequentava sempre le fiere, ricordo che mi raccontava di Berlino, e
anche in trasferta non perdeva mai l'occasione di fare affari
sottobanco e intrallazzi vari.
Snider era probabilmente un
cognome tedesco (Schneider in tedesco significa sarto); la madre di
cognome si chiamava Cairo.
Noi abbiamo continuato ad
abitare lì e siamo rimasti fino al 1993.
Ricordo che Guido ottantenne
veniva a trovarci dopo la sua passeggiata serale e poi rimaneva a
chiacchierare fino alle 2 del mattino.
Mia madre era come una sua
figlioccia, infatti abitava lì dal 1928.
La casa venne bombardata, ma
i danni furono irrilevanti: nonostante ciò Guido cercò di ottenere
rimborsi sostanziosi portando all'ufficio competente un pezzo di una
bomba esageratamente grande prelevata chissà dove per dimostrare i
danni subiti... lo cacciarono spiegandogli che con quella bomba non
sarebbe rimasto più nulla del suo edificio.
I figli di Guido si
chiamavano Aurelio (Nene), Guido Junior (Dodo), Bianca Maria (Mary),
e Adele (Rosy).
Aurelio si nascose per un
perido a casa nostra dopo l'aprile del 1945, braccato dai partigiani,
perchè durante l'occupazione tedesca aveva fatto il bookmaker
abusivo di scommesse ippiche per il generale Wolff.