la "Sindrome dell'oggetto altrui".
Ricordo con tristezza il mio entusiasmo passato nel condividere le mie scoperte e soprattutto gli oggetti che amavo in maniera particolare; il risultato era che in poco tempo le persone iniziavano "stranamente" a prediligere proprio tali oggetti.
Ricordo ancora lo sguardo di qualcuno o il tono della sua voce quando manifestavo interesse (molto spesso interesse tecnico-costruttivo) per caffettiere relativamente semplici... Potevo leggere i loro pensieri: "perchè vuole questa caffettiera??? DEVO VOLERLA ANCH'IO".
E così negli anni ho dovuto selezionare cosa dire, cosa scrivere, ed anche cosa pensare, per evitare di soccombere dinanzi agli accumulatori seriali.
Ma oggi qualcosa è cambiato.
Non mi sento più condizionato dal bisogno di onnipotenza altrui;
continuo a gioire della piccola moka semisconosciuta rinvenuta in uno scatolone anonimo ad un mercatino di periferia, e lascio ben volentieri agli altri collezionisti la ricerca dell'oggetto "altrui".
Gli oggetti non riempiono i vuoti dell'anima.
Le emozioni si.
Nessun commento:
Posta un commento