mercoledì 29 settembre 2010

Er mejo santo de Roma... Sant'Eustachio!

Dietro al Pantheon, a Roma, potrete trovare un piccolo bar ...
Se avrete fortuna potrete incontrarci "er mitico" Francesco Ceccarelli, qui ritratto di spalle (quello a sinistra, senza zainetto..).
In rete troverete un sacco di informazioni su questo tempio del caffè, quindi non mi dilungherò troppo.

Intelligenza.
Questa parola mi frulla tuttora nella mente quando ripenso a quello che ho visto venerdì scorso.
A Roma è facile arricchirsi, in quella zona poi... 
Ma piccoli e sapienti tocchi di buon gusto e di valorizzazione di un locale storico rendono il Sant'Eustachio un luogo veramente speciale, obbligatorio per gli appassionati.
Trasformarsi in brand ed avere un set di caffettiere dedicate, oltre alle classiche tazzine non dev'essere stato semplice, ma l'effetto all'ingresso è veramente coinvolgente.

Dimenticate i prezzi standard del caffè... Qui lo pagate salatissimo!

Anche qui sopra si possono notare le geniali trovate dei proprietari: un finto "casino" per mandare in brodo di giuggiole il turista straniero, e per obbligarlo moralmente all'acquisto di "un qualcosa di giallo" che gli ricordi quest'angolo di paradiso baristico italiano.

Rumore, brusìo continuo, tazzine che tintinnano, sbuffi di vapore e persone in fila ordinata in attesa che si liberi un posto al bancone per poter bere il celeberrimo caffè...  IL CAFFE'
In tal modo viene chiamata la bevanda ambrata, non "un" bensì "il" caffè.
La preparazione, e la ricetta sono un segreto ben custodito, a tal punto che i baristi lavorano (a ritmi forsennati) riparati da schermi in inox.
Cosa mai combineranno lì dietro?
Caffè già zuccherato? ma perchè mai?

Ed ecco a voi il magico intruglio...
Una crema incredibilmente emulsionata, uno specie di zabaione di caffè.
Mi sto scervellando per capire come la fanno, ed ovviamente rientrato a casa ho provato in tutti i modi di replicarla.. Senza haimè riuscirci!
I puristi potranno inorridire, ho già letto commenti indignati... 
Ma questo NON è un espresso.
Quindi se volete l'espresso andate al bar di fronte!

Ma il gusto?
Ottimo, delizioso, sopraffino.
Sono rimasto colpito, ne avrei bevuti 10 di seguito!

Se poi le impellenze fisiologiche vi obbligheranno ad una tappa al gabinetto, avrete modo di scoprire una zona altrettanto affascinante e pregna di storia..

Vi raccomando di utilizzare un'ombrello mentre provvederete ad espletare le vostre necessità: dalla vaschetta dello sciacquone anni '30 arriverà uno zampillìo direttamente sulla vostra "capoccia"!

  Questo luogo magico mi rimarrà per sempre nel cuore, e spero da oggi anche nel vostro


La Super di Federico Terminali

Fascino.
Questa è la parola magica che noi poveri collezionisti utilizziamo per giustificare le nostre malefatte.


"Ma è SOLO una caffettiera!!" mi dicono spesso.
No, mi dispiace, non ci si può limitare alla visione oggettiva; subentrano 
altri fattori emozionali  quando incontriamo simili meraviglie.

Qualche pezzo di alluminio e una guarnizione in gomma.
Questa è la cruda sintesi di cos'è questa caffettiera.
Ma il resto...
Storia, Ingegno, Fatica, Arte.... Passione!
Ecco gli elementi intrinsechi, quelli che ci permettono di sognare.

E la Super è veramente una caffettiera da sogno.
Capace di regalare brividi al solo tatto.
Particolare, come tante sorelle emiliane, si caratterizza per l'assenza di una classica valvola di sicurezza posta all'esterno della caldaia.
Cos'è capace di fare una signora pur di mantenere la linea...

Lo screen forato...ma come mai?

Ecco il motivo:
un tubicino verticale fungente da guida per...

...la valvola di sicurezza vera e propria, posta al di sotto del filtro.
In caso di sovrappressione avrebbe provveduto a sfiatare lungo il camino!
Ammiriamo in religioso silenzio i tre tubicini di ingresso acqua; dopo la Super, mai più un filtro riuscì a caratterizzare a tal punto la propria caffettiera.

domenica 19 settembre 2010

Atomic "A": piccola delizia per gli occhi


Che barba! La solita Atomic... a testa piatta...
Non proprio.
La Atomic "A" è una versione "mignon" di quella universalmente conosciuta, prodotta da Robbiati alla fine degli anni '40.
Per me è da 1 tazza, il "mitico" Franco mi dice da 3...
Poco importa!
Per gli appassionati di questa tipologia di macchine la "A" diventa un'oggetto da possedere assolutamente.
In seguito venne prodotta la"B", tondeggiante e più accattivante, ma concedetemi di preferire di gran lunga la "A".

Paragonata alle mie altre rarità si riesce ad intuirne le dimensioni; fa quasi tenerezza.

Al temine di una giornata "Atomica", M., il legittimo proprietario è ripartito andando a nord, lasciando sul mio tavolo un vuoto ben colmato però da gioia ed emozioni.

sabato 18 settembre 2010

La Stella del... Matti...oni

A Trieste fino a qualche anno fa, due nomi andavano per la maggiore:
Luciano e Ferruccio.
Nel dialetto triestino poi diventavano simpaticamente "Ciano" e "Uccio".
Tant'è che i nostri cordiali vicini corregionali definiscono "Uci" tutti i triestini in genere.
Perchè queste divagazioni?
Per presentare la caffettiera di Ciano.

Mesi fa il mio amico e collega Luciano mi chiamò per dirmi che aveva delle caffettiere "salvate dal cassonetto".
Pòrtale subito sul posto di lavoro!
E tra qualche catorcio... ecco spuntare questa simpatica Stella in Inox, marchiata come le mucche del far west!


La Mattioni è una torrefazione di Gorizia che a dire il vero non riscuote le mie simpatie.
Fa concorrenza alla Goriziana Caffè ma tra i due non c'è confronto (è un'opinione tutta mia però!)
Qui sotto possiamo ammirare il logo preso in prestito dal loro sito.

La Victoria Arduino... in versione caffettiera!

Alzi la mano chi pensava di aver già visto tutte le caffettiere in circolazione!
Beh, io potrei fare un piccolo cenno; ne ho viste parecchie negli ultimi tempi, ma di questo ne potrò parlare solamente nei mesi a venire.
Quello che mi mancava e che non avrei mai pensato di vedere era sicuramente QUESTA caffettiera.
Immaginate di scoprire uno scooter anni '40 Ferrari in un vecchio casolare di campagna... magari a 12 cilindri!
La Victoria Arduino produsse e produce tuttora bellissime macchine espresso da bar, e qualche mostruosità casalinga.
Ma di caffettiere nessuno ne sapeva nulla... fino ad oggi!

Ebbene no, non fa parte della mia collezione.
E non chiedetemi nulla sul proprietario: è un'argomento top-secret.

Gioiamo assieme per queste rare immagini, e tra la lista dei desideri, mettiamoci pure questa!
Un doveroso ringraziamento ad E. per la segnalazione.

Kopy Luwak: the shitty coffee

E dopo tanti giorni di attesa... Eccolo qui, il caffè più caro al mondo!
Il mio amico M. me l'ha recapitato direttamente da Bali, per festeggiare degnamente una 3 giorni all'insegna del divertimento, del caffè, delle Atomic, e delle grandi emozioni.
Se qualche bar extra lusso avesse il coraggio di proporre questa rarità, credo la farebbe pagare almeno 20 euro a tazzina (500 euro al Kg!).
Per questo motivo durante la preparazione casalinga,prima con la Bacchi e poi con la Elektra Microcasa a Leva... mi tremavano i polsi.
Il profumo dei grani tostati è certamente diverso dal solito.
Ma per i più scettici, posso assicurare che puzza di escrementi non ce n'è.


Nel film "The Bucket list" Jack Nicholson ci dà l'esatta percezione di quanto questo caffè possa far perdere la testa (grazie Lilly per la segnalazione..) Alla fine del film scoprirà da Morgan Freeman che aveva bevuto litri di ... cacca!
Il primo tentativo con la Bacchi è risultato un pò "brodoso", poco consistente.
Il secondo con l'Elektra è andato molto meglio.
Quindi...
Com'è questo caffè carissimo?
Sicuramente unico, e non lo dico per il prezzo.
Al palato risulta delicato, rotondo e privo di acidità, con sentori di liquirizia e legno.
L'impressione più forte è stato il retrogusto, ottimo, e il più persistente tra i caffè fino ad ora assaggiati (quasi un'ora: pazzesco!).
L'intestino dello zibetto ha fatto il suo "sporco" lavoro!
La foto qui sotto è stata modificata per nascondere le nostre identità per due motivi di privacy internazionale che non posso rivelare.
Grazie ancora M., la nostra collaborazione darà ottimi frutti!!!

giovedì 16 settembre 2010

Le belle foto

Ok, non mi faccio illusioni...
Se inserisco delle immagini in rete è ovvio che primo o  poi qualcuno se le scaricherà e le userà come più gli aggrada.

Ma... non su Ebay, perchè allora diventa una truffa.

Il collezionismo malato

Negli ultimi mesi mi è successo per ben tre volte: mi aggiudico un asta, oppure trovo su un sito di vendita un vero affare e attivo la proce...