Parlando di caffettiere, quando si menziona la Picard, tutti si ricordano della Picard di Londra.
Ma in questo caso avrei qualche dubbio.
Siamo di fronte ad una piccola - grande meraviglia.
Una macchina da caffè "vacuum" in grado di funzionare anche come semplice percolatore.
La Picard è in rame placcata argento.
Non me la sono sentita di andare a restaurare le parti consumate: questa macchina è perfetta così.
Molto elegante il coperchio con pomellino in legno.
Il rubinetto è perfettamente funzionante, segno di un'ottima qualità costruttiva.
Il filtro a rete a maglie medio-larghe necessitava di caffè macinato abbastanza grosso.
Notate i fili di canapa che garantivano la tenuta del vuoto.
Nessun dubbio sul numero di tazze ottenibili.
Picard scritto in corsivo, senza l'indicazione dell'indirizzo:
siamo sicuri che fosse la stessa manifattura?
Forse siamo di fronte allo stesso Picard che nel 1851 brevettava una caffettiera (brevetto n° 12046) a Le Havre in Francia?
Ecco il particolare che rendeva speciale questa Picard: una valvola di sfiato provvista di foro laterale che fungeva da fischiotto.
Quando l'acqua entrava in ebollizione avvisava sonoramente che era giunto il momento di avvitarla.
La pressione del vapore spingeva l'acqua nel recipiente superiore in vetro dove si mescolava al caffè.
A qusto punto si poteva scegliere se spegnere la fiamma e far si che il vuoto che si creava nel recipiente inferiore risucchiasse rapidissimamente la bevanda, oppure sempre spegnendo la fiamma bastava svitare la valvola (in questo caso "rompivuoto") per avere una percolazione più lenta, per gravità.
Il fornello però sembra molto...inglese.
Ed infatti i due misurini in dotazione lo confermano: "C" per COFFEE.. e "W" per WATER.
Il mistero quindi rimane.
Quello che è certo è che questa è una delle più belle macchine "commerciali" mai prodotte.
Nella mia classifica personale tra le top 50 senza alcun dubbio.